1baresealyon ha scritto:Ma cosa dovevano fare? Azzannarlo al polpaccio??
esempio,
io sono un impiegato in un'azienda importante.
Da che mondo e mondo quando ci si relaziona con i top manager in occasioni importanti ci si documenta (a fondo) e si recuperano numeri, dati oggettivi, trend storici, benchmark e simili.
partendo questi dati oggettivi si avanzano delle proposte (o si formulano tesi/domande nel caso dei giornalisti).
Se ci si siede al tavolo senza aver raccolto dati, o senza essere in grado di leggerli ed utilizzarli, vuol dire parlare per
esporre un'opinione ma questo ti rende appunto un opinionista, non un giornalista.
Intendiamoci, come impiegato della mia azienda, potrei anche presentarmi a queste riunioni importanti senza aver preparato un buon lavoro. Quando arriva il mio turno di parlare con i top manager potrei dare il mio contributo minimo (leggasi invisibile, la prima o la seconda domanda che viene in mente nel caso di un giornalista). Ma qual è il valore aggiunto che da un professionista di questo tipo? Aggiungo, che un impiegato non ha una responsabilità sociale, il giornalista teoricamente... sì.
Se io fossi un responsabile delle testate d'informazione e vedessi che i miei giornalisti tornano a casa con un pugno di mosche e non possono fare altro che fare pubblicazioni insulse... qualche domanda me la farei, come minimo.
Ma ciò non accade, proprio perchè il tessuto giornalistico locale è CONNIVENTE. Perchè alla fine è meglio non farsi nemici antipatici e anche accontentarsi delle briciole può andare bene.
ripetiamolo insieme.
CONNIVENZA.