come molti ormai sapranno, l'estate scorsa la Federazione Italiana Pallacanestro ha deciso di assegnare alcuni posti rimasti vuoti nell'organico della 3^ serie del campionato italiano di basket (oggi DNA, fino allo scorso anno Serie A Dilettanti e prima ancora serie B d'Eccellenza e prima ancora serie B1) ad alcune piazze che pur avendo un bacino d'utenza molto ampio, non hanno mai sviluppato nel corso del tempo un movimento cestistico degno di nota che le abbia portate ai vertici della pallacanestro italiana.
E così, tra le altre, è stato premiato anche il CUS Bari, che negli ultimi anni aveva militato quasi sempre nella 4^ serie del basket italiano (oggi DNB, ieri Serie B Dilettanti e prima ancora serie B2).
Tutto ciò, tradotto in parole povere, significa che finalmente a Bari c'è la possibilità di poter vedere basket di buon livello, essendo la ormai ex B1, a detta di tutti, il vero campionato italiano di pallacanestro, ossia quello che mette in vetrina alcuni dei migliori giovani talenti, che vi sbarcano con la prospettiva di farsi le ossa e maturare in prospettiva del salto di categoria;
ma è anche il torneo che vede in campo parecchi giocatori italiani di buon livello, tra cui anche diverse “vecchie cariatidi” del basket italiano con trascorsi anche in serie A e LegaDue.
Il livello tecnico di questa categoria è sempre molto buono, così come il livello agonistico, laddove spesso molti giocatori militano nella squadra della propria città di nascita.
A livello di tifo, il movimento ultras nel basket è cugino di quello calcistico, con una sua storia ben radicata fin dagli anni '70 e piazze storiche in cui sono presenti gruppi ultras che nulla hanno da invidiare a quelli calcistici, non solo in serie A e in LegaDue ma anche a livello di 3^ e 4^ serie.
Quando ero più giovane, a cavallo tra la metà degli anni '80 e la metà dei '90, guardavo spesso le dirette televisive degli anticipi delle partite di serie A1 e A2 sui canali Rai e ho potuto così iniziare a scoprire il panorama ultras cestistico che poi, di lì a qualche anno, ho cominciato a seguire anche dal vivo.
Ammiravo i gruppi ultras che davano spettacolo di tifo e calore nei palasport di Bologna, così come in quelli di Milano, Treviso, Varese, Roma, Venezia, Caserta, Pesaro, Forlì, Livorno, Napoli, Rieti, Vigevano, Rimini, Desio, Porto San Giorgio e tante altre ancora che in questo momento mi sfuggono ma che sono state altrettanto importanti per tutto il movimento... e invidiavo i giovani ultras che, in quelle città, dopo aver tifato per i propri colori in curva allo stadio, potevano continuare la loro domenica ultras tifando anche in palazzetto, godendo di uno spettacolo sportivo che, a livello tecnico e agonistico, spesso era anche più appassionante di quello visto qualche ora prima sul prato verde dello stadio cittadino...
certo, tifare in palazzetto, all'epoca, comportava alcune differenze rispetto al tifo che veniva fatto allo stadio... tanto per cominciare, un aspetto negativo era che ci si doveva privare dell'accensione di torce e fumogeni (anche se c'erano alcuni gruppi che non si facevano mancare nemmeno questo...

E parliamo, nel caso dei giocatori di pallacanestro, di gente che si allena in palestra 2 volte al giorno per 5 giorni a settimana, oltre al giorno della partita... atleti animati da autentica passione tanto che, quando il fisico ancora glielo permette, li si può ritrovare anche dopo i 40 anni a giocare ancora per pura passione e divertimento nelle serie inferiori del dilettantismo, con la stessa carica di agonismo e con la stessa grinta con la quale giocavamo da professionisti...
è questo il mondo che ho imparato a conoscere e ad apprezzare, dapprima grazie alle partite viste in tv e, successivamente, frequentando dal vivo un po' tutti i palasport, dalla serie A alla serie B2, dove c'era da godersi un'accesa sfida in campo e un sicuro spettacolo sugli spalti...
come ho già detto, da ragazzino avrei dato non so cosa per poter avere anch'io, a Bari, una squadra di basket da seguire e sostenere, anche solo in B2 (il CUS ci è arrivato solo alla fine degli anni '90) e sono certo che, se così fosse stato, ci sarebbe stato almeno un valido gruppo ultras a seguirla (e io ne avrei fatto parte!).
Oggi, finalmente, tutto ciò è diventato possibile, quasi come se un sogno si fosse trasformato in realtà, però come sempre la città ha fatto passare in silenzio questo evento, che solo fino a pochi anni fa si sarebbe potuto definire eccezionale... non so ancora se perchè in attesa di vedere quanto c'è di buono, di concreto e di realmente duraturo in questo nuovo progetto... oppure, ma spero proprio che non sia così, per quella strana e perversa capacità che ha Bari di lasciar morire tutto ciò che a livello sportivo si discosta dal calcio...
a tal proposito, mi tornano alla mente le parole che mi disse una volta un amico: “si... è bello... però lo sai com'è il barese, che quando si trova un pallone in mezzo ai piedi non gli interessa nient'altro... né la pallacanestro, né la pallavvolo e nè l'aldr' chiacchijer'...”;
parole tristi, a dire il vero, che spero di vedere smentite... magari già fin da ora, invitandovi tutti ad andare a seguire e sostenere il CUS in questa nuova avventura sportiva, che rende onore alla nostra città, che dopo tanti anni finalmente sembra cominciare ad uscire da quel torpore e da quell'apatia sportiva che, nel corso del tempo, non ha fatto altro che alimentare solo ed esclusivamente le casse dei padroni dell'AS Bari, in cambio solo di qualche briciola di gioia una volta ogni 10 anni...
e allora, perchè non provare a dare fiducia anche a quei ragazzi in canotta biancorossa che al palazzetto di Japigia difendono l'onore della nostra città e, soprattutto, perchè non creare intorno a quella squadra un tifo e un sostegno degno di Bari, per accompagnarli verso la conquista della permanenza in questa categoria e costruire insieme le basi per un futuro sportivo che, con il tempo, potrebbe vedere la Bari cestistica anche a livelli più alti di quelli attuali...
il mio sogno?
Finalmente uno o più gruppi ultras (veri! e non “caricature” di quelli che si vedono allo stadio...) a infiammare il PalaFlorio, a sostegno dei colori della nostra città, in casa e in trasferta...
così come, rimanendo nella stessa categoria in cui milita oggi il CUS (o anche in quella un gradino sotto), sta avvenendo in città come Napoli, Torino, Fabriano, Castelletto Ticino, Pavia, Bologna (sponda Fortitudo), Rimini, Roseto, Reggio Calabria, e altre ancora dove, pur avendo già una squadra di calcio cittadina per cui tifare, hanno voglia di sostenere i propri colori e la propria città anche nel basket.
per concludere, alcune pillole di storia del tifo cestistico barese...
nella prima metà degli anni '80, quando la massima espressione del basket barese erano l'Angiulli e il CUS, entrambe impegnate nel campionato di serie D (paragonabile oggi, nel calcio, ad una categoria come la Promozione!), negli anni in cui si cercò di fare il salto di categoria per portare la squadra in C2 c'era un seguito di tifo (a volte anche per la squadra femminile), durante le partite casalinghe disputate all'interno del “pallone”, che nulla aveva da invidiare a quello che si vedeva all'epoca nella Curva Nord del Della Vittoria, anche se ad alimentarlo erano ragazzi e ragazzini che con bandiere e tamburi improvvisati riuscivano ad infiammare il campo di basket situato all'interno del complesso sportivo... per la cronaca, si trattava degli stessi personaggi che già all'epoca frequentavano lo stadio (da soli i più grandi e, accompagnati dai genitori/fratelli/cugini i più giovani), e anni dopo si ritroveranno assiduamente in Curva Nord a tifare per l'AS Bari in casa e in trasferta... in quegli stessi anni, la rivista ufficiale della polisportiva Angiulli dedicò anche un articolo a quei giovani sostenitori, che per l'occasione furono definiti “ultrassini”, vista la loro giovane età...
in anni recenti, a seguire le sorti del CUS al vecchio palasport sul lungomare, c'era spesso un gruppo di ragazzotti di giovane età che, dietro un piccolo striscione plastificato con la scritta nera “ultras” su sfondo bianco, provavano ad animare le partite interne dei biancorossi con un tifo che si rifaceva a quello della Curva Nord del San Nicola... a parte il nome, l'aspetto era più folcloristico che altro, vista anche la giovane età di questi ragazzi (bellissimo il ragazzo tracagnotto e con le guance “sangue & latte” che indossava una tuta rossa con sulla schiena la scritta “capo ultras”!), però a 'sti ragazzi gli va riconosciuto il merito di averci sempre provato e, addirittura, di aver affrontato in una decina di unità, con tanto di striscione, una trasferta a Foggia dove, dalla parte opposta della stessa gradinata c'erano nientemeno che i ragazzi della “curva nord” (con tanto di pezze tra cui mi pare di ricordare “fuggi da foggia” e “ultras 1980”)... però non ho mai saputo se alla fine se ne sono usciti tutti interi...
Chi osa, vince!
Cordialmente.
JJ
