Il noto manager romano che ha ancora il cuore a Bari
di DAVIDE LATTANZI
Bari - Il Bari, il Palermo e il cuore che batte forte. La sfida tra le due grandi nobili decadute del girone C
di serie C ha un significato molto particolare per Giorgio Perinetti. Il manager romano, attuale
direttore sportivo del Brescia in serie B, ha vissuto addirittura tre «vite» nel capoluogo siciliano (dal
1993 al ’95, dal 2000 al 2002 con due salvezze in B, dal 2012 al 2014 con una promozione in A) ed
un fortunato triennio (dal 2007 al 2010 con la trionfale promozione in A del 2009 ed il
sorprendente decimo posto nella massima categoria l’anno successivo) in quello pugliese. Ma c’è
qualcosa di ancor piĂą profondo dei semplici risultati sportivi: nei trascorsi in rosanero ha
conosciuto la «sua» Daniela (purtroppo scomparsa da quasi sei anni), mentre in biancorosso è
diventato «Re Giorgio», entrando nei cuori di una tifoseria che ancora oggi sogna il suo ritorno.
Giorgio Perinetti, domenica c’è Bari-Palermo: che cosa prova?«La sensazione di vivere qualcosa di anomalo, un po' in linea con questo assurdo periodo storico.
Due tra le principali città del Meridione contemporaneamente in serie C danno l’idea di quale
patrimonio di passione perda il calcio italiano d’alto livello. Peraltro, stupisce ancor di più che non
si tratti di un match decisivo per la promozione. Entrambi i club sono passati da drammatiche
vicende societarie: sono in fase di rilancio, la speranza è rivederli quanto prima in ben altri
palcoscenici. Ho avuto la fortuna di lavorare in entrambe le piazze in serie A e di vedere gremiti il
San Nicola ed il Barbera: quella è la dimensione naturale di Bari e Palermo».
E’ stato il braccio destro di Vincenzo Matarrese e Maurizio Zamparini: personaggi storici del calcio
italiano.«Uomini molto diversi nel carattere, eppure accumunati dall’essere molto tifosi: un gran pregio
per la dedizione con cui hanno seguito le loro squadre ed al contempo un difetto perché impedisce
di vedere le situazioni lucidamente. Hanno rappresentato un po' l’ultima frontiera del calcio
italiano condotto dalle grandi famiglie dell’imprenditoria: oggi i club hanno molteplici anime e
aumentano gli investitori stranieri».
Bari-Palermo nel 2021: sfida tra deluse?«Sul Bari c’erano aspettative altissime e giustificate sia dalle ambizioni della famiglia De Laurentiis,
sia dalla promozione sfumata soltanto in finale playoff lo scorso campionato. Il distacco dalla
Ternana già promossa in effetti è eccessivo, il Palermo si sta riorganizzando ed un piazzamento
playoff era in linea con le aspettative: magari l’ottava posizione è un po' riduttiva, ma non parlerei
di flop».
A Bari si respira un’aria quasi dimessa: come reagire in vista dei playoff?«Pensando che l’obiettivo è sempre lì, alla portata. I playoff consentono di resettare tutto, di tirare
fuori ogni energia in partite da dentro o fuori. Il Bari possiede un organico in grado di battere
chiunque e Carrera ha vissuto da calciatore e da tecnico tanti match decisivi: la relativa
conoscenza del campionato di serie C in tali frangenti diventa relativa perché si deve fare appello a
cuore, agonismo e mentalità , nonché ad un’ottimale condizione fisica».
Con gli stadi chiusi il confronto perde fascino agli occhi dei calciatori?«Ormai siamo tristemente abituati a questa cornice: speriamo solo che la situazione sanitaria
presto ci riporti alla normalità . Il pubblico è protagonista di eventi del genere, ma penso che giocare Bari-Palermo resti un grande privilegio per chi scenda in campo. Peraltro, entrambe le squadra hanno bisogno di vincere e di prestazioni convincenti per prepararsi al meglio ai playoff».
A Palermo è tornato addirittura due volte e…a Bari?«Posso dire solo che nessuno può togliermi Bari dal cuore: in passato in tanti hanno preferito
evitare un mio ritorno anche quando c’erano le condizioni. Oggi io sono al Brescia e sono grato
della fiducia del presidente Cellino, mentre il Bari è impegnato nella rincorsa ad un obiettivo che
non è certo sfumato: è opportuno concentrarsi sul presente».
GDM