Vivarini e un Bari «camaleonte»: l’arma in più alla ricerca della BUn’intera squadra in grado di cambiare il volto tecnico e tattico
di DAVIDE LATTANZI
Bari - Un’intera squadra in grado di cambiare le carte in tavola. Vincenzo Vivarini dispone di ben undici elementi in grado di fargli variare assetto tattico, tramutando il probabile 4-3-1-2 di partenza in altri moduli. In vista dei playoff che scatteranno per i biancorossi il prossimo 13 luglio con i quarti di finale, la duttilità tattica può rivelarsi un’arma utilissima a seconda che sia necessario conservare o ribaltare un risultato. In difesa, sono quattro i calciatori dotati di maggiore elasticità . Si tratta, in particolare, di Filippo Berra, Filippo Costa, Marco Perrotta e Francesco Corsinelli.
Nello scacchiere attuale, i primi due sarebbero utilizzati da terzini puri: Costa, in particolare, era riuscito a conquistare un posto da titolare sulla corsia sinistra nei turni precedenti al lockdown, dopo un processo di adattamento al nuovo modulo, vista la sua predilezione da laterale a tutta fascia più che da difensore. Berra, invece, ha avuto l’evoluzione opposta: inamovibile a destra nella prima parte del torneo, da gennaio ha ceduto il posto al neo acquisto Ciofani.
Entrambi, però, sono interpreti ideali nel 3-5-2: se Vivarini dovesse decidere di tornare in corso d’opera all’assetto con cui aveva cominciato la sua avventura, si affiderebbe a loro due. Quanto a Perrotta, è un jolly in grado di coprire almeno tre ruoli: centrale puro nella difesa a quattro, centrale sinistro in quella a tre, nonché terzino sinistro. Una versatilità preziosa per cambiare le carte senza nemmeno procedere ad una sostituzione. Corsinelli, infine, può disimpegnarsi non solo da cursore sulle due fasce, ma anche da mezzala di corsa e contenimento.
A centrocampo, Zaccaria Hamlili, Mattia Maita e Andrea Schiavone sono gli uomini capaci di garantire più di una soluzione. I primi due attualmente sono impiegati come mezzali: poco cambia se devono giostrare sull’interno destro o sinistro. Ma se il Bari dovesse avere necessità di passare ad una mediana con due elementi, entrambi possono giocare in mezzo, assicurando caratteristiche differenti: Hamlili corsa ed interdizione, Maita ordine e geometrie. Schiavone, invece, nasce regista: il ruolo che il 27enne piemontese continua a prediligere.
Tuttavia, Vivarini lo alternato da play a mezzala: in quest’ultimo caso, la seconda linea ha guadagnato in tecnica, possesso e proprietà di palleggio. Ed è possibile che tale idea sia riproposta durante i playoff.
Pure l’attacco conta calciatori capaci di coprire più posizioni. Il caso eclatante riguarda Giovanni Terrani ed Eugenio D’Ursi. Allo stato attuale, il primo è l’alternativa di Laribi come trequartista, il secondo è un cambio in attacco per Simeri o Antenucci. Tuttavia, entrambi nascono esterni offensivi. Ebbene, Vivarini nel finale di alcune gare (a Cava dei Tirreni o a Catanzaro) li ha riportati alle origini varando un 4-2-4 a trazione super offensiva. Una mossa aggressiva che potrebbe essere rivista negli spareggi promozione. Lo stesso Karim Laribi è utilizzabile in tre ruoli: da fantasista (come è puntualmente capitato da quando è a Bari), ma anche da mezzala offensiva o da esterno.
E Mirco Antenucci? Può sembrare ardito spostare il superbomber biancorosso dalle sue zolle predilette. Eppure, il tasso di classe della punta molisana, potrebbe suggerire di abbassarlo da suggeritore per due punte per una prima linea iper offensiva da «tutto per tutto». Nella speranza che l’invenzione «della disperazione» non serva.
GdM