di Davide Lattanzi
Un’infelice battuta proveniente da Reggio Calabria ha provocato forte indignazione su social e forum frequentati dai tifosi biancorossi.Dire che sia stata una battuta infelice forse è persino riduttivo. Ma probabilmente è la definizione più adatta per mantenere eleganza e distacco, senza scendere in baruffe di quartiere. I fatti sono noti ai più. In una trasmissione dal titolo “Buongiorno Regginaâ€, commentando la classifica del girone C, si è fatto riferimento all’andamento del Francavilla che ha battuto Reggina e Ternana, perdendo a Bari. A quel punto qualcuno ha scherzato in modo a dir poco inappropriato, affermando che il Bari quindi è stato bravo ad “aggiustare, ehm a vincere†(per usare le parole esatte della battutaccia) un match che le altre due big del raggruppamento hanno perso. Il tutto nell’ilarità generale, senza alcun gesto di condanna sull’accaduto, peraltro gravissimo.
Pare che il club biancorosso abbia posto le opportune rimostranze nelle sedi opportune. La rabbia, però, è rimasta sulla pelle della città del pallone. Innanzitutto, sarebbe bene ricordare a chi si lancia in queste analisi ardite che il Francavilla all’andata ha battuto il Bari gettandolo in una crisi profonda, tale da generare l’avvicendamento in panchina tra Cornacchini e Vivarini. Tra i sostenitori dei galletti e quelli della Virtus non esiste prossimità o amicizia, a differenza dell’antico legame in essere con i supporter reggini. Un gemellaggio costruito e difeso negli anni che, uscite di tal guisa, possono persino rovinare. In secondo luogo, insinuazioni del genere offendono inevitabilmente la reputazione della famiglia De Laurentiis, un’eccellenza dell’imprenditoria italiana, nonché una garanzia di puntualità ed efficienza in sedici anni trascorsi nel calcio.
Più di tutto, però, è inaccettabile gettare ombre su una città che ha sofferto l’insopportabile, additata dal 2011 al 2014 come la capitale italiana delle combine soltanto per le bravate di alcuni balordi che hanno infangato la gloriosa maglia biancorossa. Bari è stata ingiustamente presa come estremo di filoni d’indagine che poi hanno dimostrato matrici ben più elevate. I tifosi hanno ancora ben impresse certe cicatrici, qualcuno si è persino distaccato dalla squadra del cuore: tali eventi sono stati una pesante concausa dei crolli successivi. Non si gioca con il dolore. Non si scherza con l’angoscia e l’umiliazione provata da un popolo vessato e disilluso.
Che vinca il migliore tra Bari e Reggina (senza tralasciare eventuali altre concorrenti, Monopoli e Ternana su tutte): e non si dimentichi che chi tra le due non dovesse essere promosso nella regular season, avrà comunque le carte in regola per inseguire la serie B ai play off. Sarà il campo il giudice supremo, pur con le sue storture e le inevitabili polemiche. Giù le mani dal Bari, però. I baresi non meritano altro fango. Soprattutto da chi, magari pensando di essere simpatico ed evidentemente dimenticando fatti e ragioni molto più grandi, dovrebbe contare quantomeno i famosi dieci secondi prima di dar fiato alla bocca.
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