C'era una volta... per la precisione erano 100 anni fa, un partito che in Italia diceva di essere il partito più forte e finì per essere l'unico partito. Quella volta quel partito, però, non andò subito al potere da solo, prima ci andò assieme a degli altri, sia partiti che uomini che pensavano di poter controllare il capo di quel partito, quello più forte che divenne l'unico, anzi, addirittura di usarlo. Finì che fu il capo del futuro partito unico ad usare gli uomini e i partiti che volevano controllarlo e usarlo. Qualche partito finì addirittura per essere inglobato nel futuro partito unico: fu questo il caso delle camice azzurre dei nazionalisti di Federzoni che si fusero con le altre camicie del futuro partito unico.
Quella volta partì tutto dal fatto che le schede erano bianche perché il popolo non credeva più nella democrazia, fu così che riuscirono ad imporsi le camicie nere.
Quella volta il futuro partito unico riuscì a vincere perché le opposizioni erano divise, litigiose e tra loro c'era chi pensava: meglio con i fascisti che sotto i comunisti. E tra le opposizioni c'era chi al fascismo le porte gliele aveva spiegate e spianate con il dilettantismo, l'incocludenza e il pressapochismo, ossia la faciloneria e tutto quel bagaglio di difetti ben visibile nel governo guidato da Facta, prima che iniziassero i governi con un solo nome, quello del capo del futuro partito unico: Mussolini.
Quella volta per uscire dal regime del partito unico ci vollero una guerra disastrosa e una guerra civile e un Paese distrutto "più nero nel viso, più rosso d'amor...: come cantò il poeta.
Quella volta andò così, questa volta, sicuramente, andrà diversamente e questa è soltanto una suggestione. Un mero caso. Una semplice ricorrenza di una centenaria scadenza. 28 ottobre 1922: la marcia su Roma.
"Il nuovo fascismo quando si presenterà non verrà dicendo: piacere io sono il fascismo " Umberto Eco. Quanto si sbagliava.