35007 ha scritto:A Bari tra gli anni '80/90 abbiamo avuto una buona scena musicale alternativa
Chi si ricorda del Gruppo Sanguigno di Fabrizio Panza? Li vidi alla fine degli anni '80 in Piazza Prefettura con altri gruppi (poi lui in seguito fondò il gruppo Quarta Parete)
Anche i Bz Bz Ueu erano un gruppo con le palle, li vidi credo alla taverna del maltese....ho pure un cd che si chiama Uhozmerigotz ‎
Poi c'erano i Multipop Sound....questi non incisero quasi nulla ma chissà se qualcuno li conosce eheheh
Vabbè va, qua mi tocca di fare la memoria storica (l'murt dell'eta).
La trasmissione era Doktor Music su Telebari, gestita da quella figura mitica di Mariani, il proprietario (purtroppo scomparso prematuramente) dell'omonimo negozio di dischi, fucina inestinguibile per i malati di musica assurda del tempo (tra cui il sottoscritto).
La scena alternativa barese ha avuto un'ottima tradizione (seppure misconosciuta) perché il pubblico quello e quello era, mentre i locali manco quello. Senza andare troppo indietro, dalle ceneri del centro sociale "la Giungla" si sorsero I Chain Reaction; quindi il supergruppo reggae Different Stylee; poi arrivò l'ondata che adesso si definirebbe post-punk con gli Skizo (secondi ad Arezzo Wave alle spalle degli allora ignoti Litfiba); quindi impossibile non citare i grandissimi Art of Waiting con il loro disco "La caduta del simbolo" (allora all'apice delle recensioni specializzate nazionali); dopo pochi anni in cui suonare a Bari è un'impresa al limite del masochismo c'è la band più censurata della storia cittadina (tra rumorismo e concerti oltre la soglia della provocazione) i Mulier Resoluta Comas e il loro folle locale/sala prove clandestino "Il buco di Heidi"; intorno vari altri gruppetti che si sciologono e riformano; poi arrivarono i Bz Bz Ueu di Torre a Mare (prodotti dalla barese El Borracho dischi); l'etichetta "Minus Habens" (autoctona e molto conosciuta all'estero, ma non da noi) e infine tutti gli altri citati da voi, però io nel frattempo mi ero dato alla macchia. Ci sarebbero tante cose da raccontare di quegli anni oscuri... per una disamina, sia pure giusto superficialmente antologica, vi consiglio il libro di Antonio Rotondo "Bari Rock Days".