Il Bari replica i numeri di prima: «pareggite» e singhiozzi in casaDistacco dalla vetta e mai una lunga striscia di vittorie
di DAVIDE LATTANZI
Sembra quasi un «copia e incolla». Il Bari sta replicando il torneo dello scorso, nei numeri, nelle difficoltà, nella distanza dalla vetta. Per carità, anche nei pregi. Che, però, non bastano al momento per coltivare concretamente l’ambizione della promozione diretta. L’analisi dei numeri è sbalorditiva per la similitudine tra i due tornei.
Nel 2019-20, infatti, i biancorossi guidati da Giovanni Cornacchini fino al quinto turno e da Vincenzo Vivarini dal sesto in poi, avevano totalizzato 36 punti alla 18esima giornata, ovvero alla penultima del girone d’andata. 33, per l’esattezza, il bottino raccolto in 17 partite giocate, per rapportare il dato ai match disputati nella stagione attuale. La gara in meno, tuttavia, non sarà restituita in alcun modo, poiché l’esclusione del Trapani dal girone C priverà il campionato di due giornate, una per girone. Dunque, sebbene i 35 punti raccolti dalla formazione di Gaetano Auteri rappresentino una media superiore rispetto a quella della squadra dello scorso anno, la realtà è che a parità di giornate lo score è comunque inferiore. Così come lo sarà in ogni caso il raccolto dell’andata, visto che nel torneo passato i Galletti vinsero l’ultima a Caserta, approcciandosi al giro di boa con 39 punti. Stavolta, se arrivasse un blitz a Bisceglie, sarebbero comunque 38.
Non cambia nemmeno una certa tendenza ai pareggi che, evidentemente, è eccessiva per una squadra che vuole vincere. Nel 2019-20 furono ben sei, ora sono cinque con un match in meno nel conto. Identico, invece, il numero delle sconfitte: due. Ma le similitudini non finiscono qui: il rendimento interno è praticamente ricalcato: quattro vittorie, altrettanti pareggi ed una sconfitta nel 2019-20, quattro vittorie, tre pari ed una sconfitta (sempre con una gara in meno) nel campionato in corso. Il tutto, con un’ulteriore coincidenza: in effetti, il calendario ha proposto al Bari gli avversari più complicati al San Nicola e le sfide sulla carta più agevoli in trasferta. Eppure, la squadra di Vivarini riuscì a vincere tutti gli scontri con le big tra le mura amiche battendo Ternana, Catanzaro e Potenza, ovvero compagini all’epoca in alta classifica e non andando oltre il pareggio contro Vibonese e Teramo, ovvero avversari teoricamente più abbordabili. La sfida contro la Reggina che poi si rivelò l’antagonista per il primo posto terminò pure pari, così come quella al Monopoli che si attestò come terza forza del campionato. Ebbene, anche nell’attualità il discorso non cambia molto: i ragazzi di Auteri hanno perso lo scontro al vertice con la Ternana, ma hanno battuto in casa rivali accreditate come Juve Stabia, Catania ed Avellino, incappando, però, nei pareggi contro Vibonese e Teramo (ironia della sorte, proprio come lo scorso anno), nonché con la Turris. Scontato che tali incertezze, sebbene arrivate in partite spesso dominate, incidano pesantemente sul bilancio. E qui si arriva alla similitudine più preoccupante. Alla penultima di andata del 2019-20, il Bari era terzo ad un punto dal secondo posto e a meno dieci dalla Reggina capolista. I biancorossi adesso hanno migliorato la loro graduatoria di una posizione attestandosi in seconda piazza (con un margine rassicurante sulle inseguitrici, mentre nel torneo passato le distanze erano molto più strette), ma con otto punti di distanza dalla vetta occupata dalla Ternana.
Ragionando per assurdo, se nel turno saltato gli umbri avessero vinto ed i pugliesi pareggiato, saremmo di fronte ad una situazione in tutto e per tutto identica sui due campionati. Non a caso si parlava di exploit della Reggina come adesso si sottolinea il rendimento record delle “fere”, ma la verità è che i Galletti non sono riusciti in due stagioni (almeno finora) a realizzare una lunga serie di successi, non andando mai oltre le tre affermazioni di fila. E se la costanza nel cammino è indubitabile (Vivarini arrivò addirittura ad una striscia di 25 risultati di fila, Auteri è in serie utile da sette gare), purtroppo tale realtà non basta a primeggiare.
E allora, meglio prendere piena coscienza del recente passato: perché forse c’è ancora tempo per cambiare il futuro.
GdM