In molte occasioni la maggioranza condiziona la minoranza. Se non intervenisse la giustizia i pochi sarebbero spesso confusi coi molti senza fare alcuna distinzione. Eppure a fare la differenza sono proprio i dettagli. Dopo una vittoria a mani basse nella passata stagione, tanti si aspettavano di fare altrettanto in serie C. Così non è stato. 4 squadre hanno preceduto il Bari e si sono presi la serie B. E con merito. Il Bari, da neopromossa, ha preceduto 54 squadre, ma non è stato sufficiente. Ci è andato vicino, ma la sconfitta della finale playoff ha spento i sogni di gloria. E un po' tutti abbiamo cullato quel sogno. Qualcuno è stato più bravo di noi. Perciò ci tocca un'altra stagione per crescere. Di sbagli ne sono stati commessi, come era lecito attendersi da una società nata nel luglio 2018. Con due soli anni di vita, il bilancio parla di un campionato di D stravinto con largo distacco e il secondo anno nella C concluso con la finale playoff ahimè persa con la Reggiana. Il punto di partenza di questo nuovo Bari? Il fallimento, dai dilettanti. Il Bari, 110 anni di storia, nel 2018 tra i campionati dilettanti. Oggi, 2020, tra i professionisti a un passo dalla B.
Naturalmente, seguendo questo percorso, quello di oggi non può ritenersi un fallimento. Tuttavia, a Bari si respira malcontento. Ci sono gli avversari che, come noi, nutrono lo stesso nostro desiderio: vincere. Anzi, ogni squadra condivide col Bari questa ambizione. Alla fine tra le 60 solo 4 ci sono riuscite. Sono riuscite a vincere, il Bari no. E' arrivato 5°.
Vincere. Ma se non vinci? Questo è il caso di stretta attualità . Se non vinci... Come sappiamo bene, se non vinci è il leitmotiv che ha spesso fatto compagnia alle prestazione del Bari. Il caso ha voluto che questa cosa a Bari l'hai dovuta affrontare da subito perché nella città che ti ha dato i natali c'era una squadra, il Bari appunto, che non aveva molta dimestichezza con la vittoria. Sto Bari, sarà anche qui a rappresentarmi, a cercare di fare onore alla città , ma alla fine dove sta la vittoria? Stanno sempre gli altri a festeggiare, gli stessi da anni. E noi? Così, davanti a un Bari che ti mostra la sconfitta in molti prendono la decisione di escluderlo. Di accantonarlo. Metterlo da parte. Di guardarlo di sbieco. Defilandosi, assistendo al declino e poter dire che la sconfitta non esiste in questo dojo. Il Bari ha la colpa di non vincere, perciò lo si esclude. La richiesta forte è la vittoria, così forte da essere in grado di superare persino le proprie radici. Se il Bari non vince, si può sostituire con altro, pure lontano, pure che non c'entra nulla con te, ma che ti garantisce la frequentazione costante con la vittoria. E ti allontana dalla mediocrità . Finalmente si inizia a vincere con regolarità . Quella etichetta di perdente, così ben impressa ai tifosi DEL BARI, molti tifosi DI BARI sono riusciti con un colpo di magia a cancellarla. E con l'abito da sera giungono al San Nicola e vedono da signori il solito Bari. Quel Bari perdente. Attenzione a questo movimento, da non scordare: il Bari è stato escluso da tantissimi baresi perché non vinceva.
Ora, mercoledì c'è stata la finale contro la Reggiana. Il Bari non ha vinto, sai che novità . Il barese, solodelBari, prima della finale ha ripresentato per le strade un po' di entusiasmo e di orgoglio (quante volte di fronte a un accenno di risalita commette questo errore, non impara mai la lezione...)
Il prudente anchedelBari, che intanto andava affilando le armi, lo guardava sornione come a dirgli "staremo a vedere". E quando è arrivato il fischio finale, boom! Si sono aperte le danze. Per chi ha escluso il Bari dal principio è stato facile affondare il coltello nella piaga. Con ragione visto che ogni inciampo del Bari non fa altro che confermare quanto sia stata giusta la scelta di sostituirlo con una squadra più forte. E si comprende anche del perché domandare a coloro che non cedono mai l'onore delle armi come possono difendere una squadra e una società del genere. Probabilmente dal loro punto di vista, dal punto di vista dei vincenti, è inconcepibile sostenere questa società che non ha vinto un semplice campionato di serie C. Mica stiamo parlando di serie A. E senza vittoria, come puoi non parlare di una stagione da falliti? Già .
I SolodelBari, sono pochi. La sensazione è quella da riserva indiana. Paradossalmente all'interno di questo recinto manca la sensazione di vergogna. I solodelBari si vergognano di questo Bari? Io non faccio testo, ma rispondo di no. Nonostante tutto, il Bari trasmette ancora orgoglio. Non so come sia possibile, ma è così. E lo fa indipendentemente dai risultati. Che vinca o che perda lo si sostiene. Gli si resta accanto. Siamo ancora qua. E ci riproviamo. La vergogna io la lascerei ad altre squadre. Ci chiedono di avvertire per il Bari quello che invece dovrebbero nutrire per loro. Loro si dovrebbero vergognare. Che non bussano e sfondano la porta. Disturbano, insultano, deridono. Quindi si reagisce alle provocazioni, siamo umani. Ma perché uno non dovrebbe reagire e lasciare fare questo scempio alla propria squadra del cuore?
Chiudiamo.
Per certi versi Bari, come altre città , ricorda l'ambiente ben descritto nel film Gattaca. Qui il protagonista, Vincent, si muove all'interno di un contesto dove i genitori lo hanno concepito in maniera naturale e la natura ha consegnato a quei genitori un figlio che presentava delle lacune. Delle debolezze. Non aveva grandi aspettative di vita e di successi. I genitori rendendosene conto decidono di fare un figlio perfetto. Si rivolgono a una azienda sanitaria privata che consente loro di costruire un figlio immune da problemi. Forte, bello, vincente, praticamente perfetto. Questo fratello per Vincent, il figlio naturale, rappresenta un vero e proprio rivale. Lui, Vincent, che è nato per caso si deve confrontare col fratello che è stato scelto artificialmente. Pure i genitori dei due fratelli non mancano di evidenziare i grandi risultati di uno e denigrare l'altro.
Metaforicamente Vincent è come il Bari. Il Bari è nato a Bari in maniera naturale, come lui. Anton, il fratello perfetto, è l'altra squadra perfetta che ruba la scena al Bari in casa sua. I genitori dei due fratelli, chi sono? I nostri tifosi. Quelli che, delusi da Vincent (dal Bari), sono andati a comprarsi Anton (la strisciata).