Quando mi riferisco alla tecnologia mi riferisco alla loro capacitá di distruggere il lavoro. Le aziende hanno esportato molte funzioni in Messico e in Cina. Queste funzioni sono lavori ripetitivi che non richiedono l'uso della testa. L'idea alla base é che una volta posti dazi, questi lavori tornano al paese di origine. In realtá non accade o almeno accade in maniera molto minore di quello che si pensa perché le funzioni una volta riportate nei paesi di origine vengono svolte non da persone fisiche (creazione di lavoro) ma dalle macchine. Il risultato finale é che l'aumento dell'occupazione nei paesi industriali é minimo mentre i paesi che producevono le stesse merci con un alto impiego di forza lavoro perdono occupazione imponendo maggiore pressione sull'emigrazione. Ancora una volta la necessitá di un approccio globale che ponga tasse sulle macchine ed esporta i diritti dei lavoratori anche in paesi chiusi a queste politiche.
Se tu discuti con me e dici che ti becchi del Nazibruno, fai riferimento a me.
Sei tu che non ti rendi conto di essere dalla parte della supply side economy appoggiando i tagli alle tasse di Trump e la sua triple down economy di reganiana memoria che é l'emblema della supply side economy. Alla base della supply economy é che abbassando le tasse alle imprese aumenta l'occupazione e si stimola l'economia. A differenza dell'approccio Keynesiano che stimula i consummi concentrandosi sulla domanda, la supply side economy si concentra sull'offerta stimolandola abbassando le tasse. in realta quello che accade é una diminuzione del consiumo perché chi ha una propensione marginale al consumo basso si ritrova con piú soldi che non sono usati per far marciare l'economia reale ma contribuisce alla finanziarizzazione dell'economia che é la linfa vitale del neoliberismo.