ultrasavita75 ha scritto:vorrei ricordare che il calcio è lo sport del popolo e che i biglietti negli anni 60 prima di inziare a chiamare i settori in "curva" o "parterre" avevano un nome che diceva tutto... "POPOLARI" ed il prezzo se non era simbolico poco ci mancava,non dico che bisogna tornare agli anni 60/70,ma la politica del biglietto di curva a prezzi spesso esagerati sono stati il primo vero problema dell'allontanamento delle famiglie allo stadio(altro che la violenza e corbellerie varie),inoltre ricordo che questa città ha il 47 % di ragazzi sotto i 26 anni disoccupati,1 famiglia su 3 campa con un reddito al di sotto dei 15 mila euro e abbiamo pochissimi svaghi a parte il calcio appunto.
i fondamentalisti del pisticchio che misurano la fede su quanto sono disposti a spendere,non solo sono persone tristi,non sono manco tifosi,perchè il calcio è aggregazione e chi come me(e alcuni di voi) si sono fatti le stagioni in quel catino deserto,sà quanto ha sofferto e non tanto per le prestazioni scadenti ma per il fatto che quando cera un gol,una vittoria un motivo per gioire lo si faceva da soli o quasi...a me questo "segnare" il territorio con quel "io cero",mi fà capire di come non avete capito un c***o di cosa è il calcio.
Belle parole.
Vorrei chiederti se, a prescindere dal tuo desiderio di stadio che ti ha portato a vedere la Bari anche negli anni bui, avresti applaudito ed elogiato il Presidente se non avesse acquistato un'altra valanga di giocatori.
Fino a qualche giorno fa leggevo: Paparesta non ha un centesimo, se non vende i pezzi migliori non può comprare nessuno, ha fatto i debiti per iscriversi al campionato, se non ci fosse Lotito staremmo in serie D...ecc....
Ora si parla di sport popolare, di anni 60/70...
Già, quando la gradinata costava meno di una peroni e si compravano i " passatimp" ( semi di girasole da sgranocchiare).
La campagna acquisti era fatta dalle 100.000 lire elargite dalla Sica per acquistare Cane' e nessuno si permetteva di criticare o, peggio, fischiare un proprio giocatore.
Qui si parla di aggregazione: ben venga.
L'amore verso lo stadio, verso i colori della propria bandiera, dovrebbe portarci a cantare ed incitare i nostri ragazzi a prescindere dal blasone, dai gol fatti.
Noi non siamo la juventus, l'inter, il milan...
Siamo la grande Bari, una squadra unica per quello che ci fa soffrire, unica per quanto abbiamo dovuto aspettare per riavere la dignità calpestata.
La Società ha bisogno di aiuto anche economico oltre che di calore.
Le trasferte, gli stipendi, l'affitto dello stadio, tutto ciò che ruota attorno alla squadra bisogna pagarlo.
Oggi tutto ha un costo.
Per avere una grande Bari dobbiamo fare sacrifici.
Esattamente come si fa in amore.
Chi non può l'anno scorso è stato aiutato con il biglietto ad un euro ( e manco è venuto allo stadio).
Psparesta è stato criticato anche per questo.
Quest'anno dobbiamo far vedere noi a lui che siamo un popolo di serie A