Va bene il calcio, va bene lo sport in generale, ma il mondo delle scommesse vuole aprirsi a 360 gradi. E quindi, via libera al "betting all'inglese", vale a dire alla liberalizzazione completa dei contenuti su cui impostare le puntate. I bookmaker italiani potranno aprire liberamente (o quasi) le scommesse su eventi sportivi e extrasportivi duellando a colpo di fantasia con i loro colleghi esteri, storicamente liberi da vincoli di palinsesto.
Il decreto dei Monopoli di Stato, dopo il via libera della Commissione Europea, introdurrà – come prevede il decreto Abruzzo – i palinsesti “personalizzati”. In sostanza, ogni bookmaker made in Italy, oltre alla lista di eventi dei Monopoli e gestita da Sogei, potrà chiedere agli stessi Monopoli l’autorizzazione per inserire rapidamente scommesse speciali su fatti di cronaca, costume o sport nel proprio menù. Ci si potrà sbizzarrire sul nome del figlio di Mario Balotelli, se mai ne avrà uno, o sul colore dell'abito da sposa di Belen Rodriguez, se mai sposerà Fabrizio Corona. Fino a scommesse più seriose, dal futuro dell'euro alle bizze del meteo. Un superamento del palinsesto, pur ampio, deciso dai Monopoli.
Il modello è quello inglese, anche se difficilmente vedremo in Italia puntate sulla possibilità che Elvis Presley sia ancora in vita o sull’eventuale sbarco degli alieni sulla terra, una delle scommesse più 'cool' in Inghilterra. Occorrerà però, rispettare qualche regola di buon costume: che le scommesse non riguardino elezioni politiche italiane, da sempre escluse dal menù delle quote; che non contengano alcuna forma di discriminazione di sesso, razza, religione; che non si vada oltre i limiti del rispetto della privacy, dei personaggi pubblici cui la puntata fa riferimento. Il “palinsesto complementare”, cosi' si chiamerà in burocratese – il cui esito, cioè il risultato delle scommesse, sarà nella maggior parte dei casi autocertificato, con sanzioni per chi bara - costerà ai nostri bookmaker un versamento fiscale ulteriore, che dovrebbe aggirarsi attorno all’1% e che va sommato al 4,2% già previsto sulle scommesse. Le nuove scommesse costituiranno una grande occasione di marketing per i nostri allibratori, alle prese con un mercato in discesa: nel 2011, le scommesse sportive hanno raccolto 3,8 miliardi di euro, in calo – per la prima volta dalla legalizzazione del 1998 – del 12% rispetto all’anno precedente.
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