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Tragedia di Genova: cosa ne pensate?

ven ago 17, 2018 20:28

Personalmente credo sia inspiegabile, inconcepibile ed intollerabile una tragedia di questo genere e di questa natura in un Paese che si ritiene moderno.

Ritengo che tali incurie siano una triste conseguenza del privatizzare tutto e subito e spero che apra gli occhi agli italiani sui reali problemi del Paese.

Voi cosa ne pensate?

Re: Tragedia di Genova: cosa ne pensate?

ven ago 17, 2018 20:52

sirius ha scritto:Personalmente credo sia inspiegabile, inconcepibile ed intollerabile una tragedia di questo genere e di questa natura in un Paese che si ritiene moderno.

Ritengo che tali incurie siano una triste conseguenza del privatizzare tutto e subito e spero che apra gli occhi agli italiani sui reali problemi del Paese.

Voi cosa ne pensate?
Penso che sia la metafora dell'attuale stato del nostro Paese: incapace - ormai da molti lustri - di badare ai propri cittadini, alle proprie infrastrutture, al proprio territorio ed al proprio patrimonio storico, cullturale ed artistico, è letteralmente al collasso strutturale. Far crollare Pompei, per esempio, è non meno inquietante dei crolli - numerosi - dei viadotti. Quello di Genova è l'ultimo, ma presto sarà il penultimo. Ci vuole gente seria e competente, per governare ed amministrare la Cosa Pubblica, ed osservo che nel tempo si è sempre più affidato tale compito a peracottari di qualunque estrazione, anziché a chi ne fosse capace. Ma capacità e politica costituiscono un ossimoro. Non mi illudo che le cose cambino, o comunque, se così sarà, sarà talmente lento questo processo che io non ci sarò più. Aspetto il prossimo disastro. A presto.

Re: Tragedia di Genova: cosa ne pensate?

sab ago 18, 2018 18:11

è la modernità.

voglio fare un ponte. faccio una gara d'appalta a ribasso... io offro 10.000 .... io offro 5.000 etc ... logicamente chi ha interesse a prendere il lavoro lo fa ad un prezzo ribassato e non farà mai il lavoro di qualità che ci si aspetta dato che non puoi mangiare 5 portate al ristorante con 5 euro senza cagarella del giorno dopo... perchè la magagna c'è... ed ecco che si scopre cemento depotenziato, acciaio di bassa qualità e palazzi, ponti e strade che crollano dopo poco tempo....
per dire: il vero ponte di broklin o come se scrive venne fatto nel 1883 e all'epoca lo fecero 7 volte piu' resistente rispetto a quelli che erano i canoni minimi dell'epoca... risultato? costo piu' alto ma sta ancora in piedi...

grazie a Dio bocciarono il referendum sul nucleare... senno' eravamo già tutti morti

Re: Tragedia di Genova: cosa ne pensate?

sab ago 18, 2018 20:22

il topic si intitola "cosa ne pensate..." e si apre con l'opinione personale dell'autore...

vado vomito e poi vi dico qual è il mio pensiero.

Re: Tragedia di Genova: cosa ne pensate?

mar ago 21, 2018 3:18

Salva Benetton, l’aumento delle tariffe e i record in Borsa: ecco cosa ha dato Salvini ad Autostrade col suo sì al decreto


Il 21 maggio 2008, giorno in cui l'emendamento venne presentato, il titolo Atlantia totalizzò il maggior rialzo da 5 anni e mezzo a quella parte. Fabrizio Palenzona, presidente dei concessionari, esultava: "Il testo dimostra la volontà del nuovo esecutivo di voltare pagina e puntare allo sviluppo delle infrastrutture". Oggi il vicepremier definisce Aspi una "società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d'Europa"

Il titolo volava a Piazza Affari e in Via Antonio Nibby 20, a Roma, si stappò lo spumante, quel 21 maggio 2008. Quella mattina il governo Berlusconi aveva presentato alla Camera un emendamento che sbloccava la convenzione stipulata 7 mesi prima tra Autostrade per l’Italia e l’Anas. Pochi minuti dopo le azioni di Atlantia, della cui galassia fa parte Aspi, erano schizzate ai massimi da 5 anni perché la norma dava il via libera all’aumento delle tariffe autostradali. Otto giorni dopo l’aula approvava la modifica e a votare a favore tra i banchi della Lega Nord c’era anche Matteo Salvini che oggi, immediatamente dopo il crollo del Ponte Morandi ha puntato il dito contro la concessionaria accusandola di non non aver effettuato i dovuti controllo pur essendo una “società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d’Europa”.


Ponte Morandi, quando Pdl e Lega approvarono il "salva Benetton". Applausi alla Camera, Di Pietro furibondo

A ricordare l’episodio è stata domenica sera Debora Serracchiani: “Nel 2008 Matteo Salvini (che fu deputato per un anno prima di optare per un seggio al parlamento Europeo, ndr) votò a favore del cosiddetto ‘Salva Benetton‘, che diede al gruppo le concessioni molto vantaggiose per Autostrade. Governava con Berlusconi. Ora non se lo ricorda più? Meglio rinfrescargli la memoria”, twittava l’ex governatrice Pd del Friuli, riportando lo screenshot della votazione per la conversione in legge del decreto legge 8 aprile 2008 sulle disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia Ue.


Quel 21 maggio il solo ingresso dell’emendamento a Montecitorio aveva scatenato una gioiosa effervescenza sul titolo in Borsa. A fine giornata Atlantia aveva totalizzato un +7,6% a Piazza Affari, con la singola azione che toccava quota 22,71 euro: il maggior rialzo messo a segno dall’azienda da 5 anni e mezzo a quella parte, con la capitalizzazione del gruppo che lievitava a 13 miliardi di euro. Un’euforia che contagiava Fabrizio Palenzona, presidente di Aiscat: “L’emendamento dimostra la volontà del nuovo esecutivo di voltare pagina – esultava il presidente dell’associazione che riunisce le concessionarie – e di puntare allo sviluppo delle infrastrutture nell’interesse del nostro Paese”.

Negli otto giorni successivi le opposizioni ingaggiarono battaglia tra i banchi di Montecitorio. “Non si può far sì che l’Anas decida da sola a chi dare in concessione un bene dello Stato”, diceva l’ex ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, autore della riforma del settore con il precedente governo Prodi ma strenuo oppositore della modifica voluta dall’esecutivo Berlusconi, che consentiva di approvare la convenzione alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, ovvero senza passare dal Cipe. E che secondo le opposizioni altro non era che un do ut des con il gruppo Benetton: la possibilità di aumentare i pedaggi autostradali in cambio di un intervento finanziario nella cordata Alitalia, allora sull’orlo del fallimento.


Il 28 maggio arrivò l’ok: i 195 no del Pd e i 27 dell’Udc nulla poterono contro i 225 sì del Pdl e i 50 della Lega Nord. Tra i quali figurava il voto favorevole di Matteo Salvini. Quel giorno l’attesa dell’aumento dei pedaggi e la riduzione dei rischi regolatori per Atlantia lanciarono ancora una volta il titolo, che chiuse le transazioni con un guadagno dell’1,55%, a quota 22,98 euro. Le opposizioni continuarono a protestare e il 5 luglio l’Antitrust bocciò le modifiche alla convenzione perché “penalizzano i consumatori“. Ma il gioco era fatto: rimandati per tre mesi da decreto anticrisi, ad aprile 2009 scattarono gli aumenti delle tariffe: quelli di Autostrade per l’Italia toccavano il 2,40%. Oggi Salvini ha buon gioco a chiedere il Pd di stare in silenzio perché “hanno governato per anni” e a definire Autostrade una “società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d’Europa“. Quello che dimentica è che lo fa anche grazie a lui.


(Marco Pasciuti, il FattoQuotidiano)

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Questo essere mentre si fa i selfie ai funerali di stato.



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L'autore di questa vignetta è turco. Si chiama Gökçen Eke, meglio conosciuto con il nome d'arte di CARICATURELLA. Lo ricordo a Salvini che, invece, è una caricatura di essere umano, prima di essere una caricatura di politico e di ministro.

Re: Tragedia di Genova: cosa ne pensate?

gio ago 23, 2018 18:41

CIANURO ha scritto:Salva Benetton, l’aumento delle tariffe e i record in Borsa: ecco cosa ha dato Salvini ad Autostrade col suo sì al decreto


Il 21 maggio 2008, giorno in cui l'emendamento venne presentato, il titolo Atlantia totalizzò il maggior rialzo da 5 anni e mezzo a quella parte. Fabrizio Palenzona, presidente dei concessionari, esultava: "Il testo dimostra la volontà del nuovo esecutivo di voltare pagina e puntare allo sviluppo delle infrastrutture". Oggi il vicepremier definisce Aspi una "società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d'Europa"

Il titolo volava a Piazza Affari e in Via Antonio Nibby 20, a Roma, si stappò lo spumante, quel 21 maggio 2008. Quella mattina il governo Berlusconi aveva presentato alla Camera un emendamento che sbloccava la convenzione stipulata 7 mesi prima tra Autostrade per l’Italia e l’Anas. Pochi minuti dopo le azioni di Atlantia, della cui galassia fa parte Aspi, erano schizzate ai massimi da 5 anni perché la norma dava il via libera all’aumento delle tariffe autostradali. Otto giorni dopo l’aula approvava la modifica e a votare a favore tra i banchi della Lega Nord c’era anche Matteo Salvini che oggi, immediatamente dopo il crollo del Ponte Morandi ha puntato il dito contro la concessionaria accusandola di non non aver effettuato i dovuti controllo pur essendo una “società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d’Europa”.


Ponte Morandi, quando Pdl e Lega approvarono il "salva Benetton". Applausi alla Camera, Di Pietro furibondo

A ricordare l’episodio è stata domenica sera Debora Serracchiani: “Nel 2008 Matteo Salvini (che fu deputato per un anno prima di optare per un seggio al parlamento Europeo, ndr) votò a favore del cosiddetto ‘Salva Benetton‘, che diede al gruppo le concessioni molto vantaggiose per Autostrade. Governava con Berlusconi. Ora non se lo ricorda più? Meglio rinfrescargli la memoria”, twittava l’ex governatrice Pd del Friuli, riportando lo screenshot della votazione per la conversione in legge del decreto legge 8 aprile 2008 sulle disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia Ue.


Quel 21 maggio il solo ingresso dell’emendamento a Montecitorio aveva scatenato una gioiosa effervescenza sul titolo in Borsa. A fine giornata Atlantia aveva totalizzato un +7,6% a Piazza Affari, con la singola azione che toccava quota 22,71 euro: il maggior rialzo messo a segno dall’azienda da 5 anni e mezzo a quella parte, con la capitalizzazione del gruppo che lievitava a 13 miliardi di euro. Un’euforia che contagiava Fabrizio Palenzona, presidente di Aiscat: “L’emendamento dimostra la volontà del nuovo esecutivo di voltare pagina – esultava il presidente dell’associazione che riunisce le concessionarie – e di puntare allo sviluppo delle infrastrutture nell’interesse del nostro Paese”.

Negli otto giorni successivi le opposizioni ingaggiarono battaglia tra i banchi di Montecitorio. “Non si può far sì che l’Anas decida da sola a chi dare in concessione un bene dello Stato”, diceva l’ex ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, autore della riforma del settore con il precedente governo Prodi ma strenuo oppositore della modifica voluta dall’esecutivo Berlusconi, che consentiva di approvare la convenzione alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, ovvero senza passare dal Cipe. E che secondo le opposizioni altro non era che un do ut des con il gruppo Benetton: la possibilità di aumentare i pedaggi autostradali in cambio di un intervento finanziario nella cordata Alitalia, allora sull’orlo del fallimento.


Il 28 maggio arrivò l’ok: i 195 no del Pd e i 27 dell’Udc nulla poterono contro i 225 sì del Pdl e i 50 della Lega Nord. Tra i quali figurava il voto favorevole di Matteo Salvini. Quel giorno l’attesa dell’aumento dei pedaggi e la riduzione dei rischi regolatori per Atlantia lanciarono ancora una volta il titolo, che chiuse le transazioni con un guadagno dell’1,55%, a quota 22,98 euro. Le opposizioni continuarono a protestare e il 5 luglio l’Antitrust bocciò le modifiche alla convenzione perché “penalizzano i consumatori“. Ma il gioco era fatto: rimandati per tre mesi da decreto anticrisi, ad aprile 2009 scattarono gli aumenti delle tariffe: quelli di Autostrade per l’Italia toccavano il 2,40%. Oggi Salvini ha buon gioco a chiedere il Pd di stare in silenzio perché “hanno governato per anni” e a definire Autostrade una “società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d’Europa“. Quello che dimentica è che lo fa anche grazie a lui.


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Re: Tragedia di Genova: cosa ne pensate?

gio ago 23, 2018 18:43

Higuain88 ha scritto:
CIANURO ha scritto:Salva Benetton, l’aumento delle tariffe e i record in Borsa: ecco cosa ha dato Salvini ad Autostrade col suo sì al decreto


Il 21 maggio 2008, giorno in cui l'emendamento venne presentato, il titolo Atlantia totalizzò il maggior rialzo da 5 anni e mezzo a quella parte. Fabrizio Palenzona, presidente dei concessionari, esultava: "Il testo dimostra la volontà del nuovo esecutivo di voltare pagina e puntare allo sviluppo delle infrastrutture". Oggi il vicepremier definisce Aspi una "società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d'Europa"

Il titolo volava a Piazza Affari e in Via Antonio Nibby 20, a Roma, si stappò lo spumante, quel 21 maggio 2008. Quella mattina il governo Berlusconi aveva presentato alla Camera un emendamento che sbloccava la convenzione stipulata 7 mesi prima tra Autostrade per l’Italia e l’Anas. Pochi minuti dopo le azioni di Atlantia, della cui galassia fa parte Aspi, erano schizzate ai massimi da 5 anni perché la norma dava il via libera all’aumento delle tariffe autostradali. Otto giorni dopo l’aula approvava la modifica e a votare a favore tra i banchi della Lega Nord c’era anche Matteo Salvini che oggi, immediatamente dopo il crollo del Ponte Morandi ha puntato il dito contro la concessionaria accusandola di non non aver effettuato i dovuti controllo pur essendo una “società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d’Europa”.


Ponte Morandi, quando Pdl e Lega approvarono il "salva Benetton". Applausi alla Camera, Di Pietro furibondo

A ricordare l’episodio è stata domenica sera Debora Serracchiani: “Nel 2008 Matteo Salvini (che fu deputato per un anno prima di optare per un seggio al parlamento Europeo, ndr) votò a favore del cosiddetto ‘Salva Benetton‘, che diede al gruppo le concessioni molto vantaggiose per Autostrade. Governava con Berlusconi. Ora non se lo ricorda più? Meglio rinfrescargli la memoria”, twittava l’ex governatrice Pd del Friuli, riportando lo screenshot della votazione per la conversione in legge del decreto legge 8 aprile 2008 sulle disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia Ue.


Quel 21 maggio il solo ingresso dell’emendamento a Montecitorio aveva scatenato una gioiosa effervescenza sul titolo in Borsa. A fine giornata Atlantia aveva totalizzato un +7,6% a Piazza Affari, con la singola azione che toccava quota 22,71 euro: il maggior rialzo messo a segno dall’azienda da 5 anni e mezzo a quella parte, con la capitalizzazione del gruppo che lievitava a 13 miliardi di euro. Un’euforia che contagiava Fabrizio Palenzona, presidente di Aiscat: “L’emendamento dimostra la volontà del nuovo esecutivo di voltare pagina – esultava il presidente dell’associazione che riunisce le concessionarie – e di puntare allo sviluppo delle infrastrutture nell’interesse del nostro Paese”.

Negli otto giorni successivi le opposizioni ingaggiarono battaglia tra i banchi di Montecitorio. “Non si può far sì che l’Anas decida da sola a chi dare in concessione un bene dello Stato”, diceva l’ex ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, autore della riforma del settore con il precedente governo Prodi ma strenuo oppositore della modifica voluta dall’esecutivo Berlusconi, che consentiva di approvare la convenzione alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, ovvero senza passare dal Cipe. E che secondo le opposizioni altro non era che un do ut des con il gruppo Benetton: la possibilità di aumentare i pedaggi autostradali in cambio di un intervento finanziario nella cordata Alitalia, allora sull’orlo del fallimento.


Il 28 maggio arrivò l’ok: i 195 no del Pd e i 27 dell’Udc nulla poterono contro i 225 sì del Pdl e i 50 della Lega Nord. Tra i quali figurava il voto favorevole di Matteo Salvini. Quel giorno l’attesa dell’aumento dei pedaggi e la riduzione dei rischi regolatori per Atlantia lanciarono ancora una volta il titolo, che chiuse le transazioni con un guadagno dell’1,55%, a quota 22,98 euro. Le opposizioni continuarono a protestare e il 5 luglio l’Antitrust bocciò le modifiche alla convenzione perché “penalizzano i consumatori“. Ma il gioco era fatto: rimandati per tre mesi da decreto anticrisi, ad aprile 2009 scattarono gli aumenti delle tariffe: quelli di Autostrade per l’Italia toccavano il 2,40%. Oggi Salvini ha buon gioco a chiedere il Pd di stare in silenzio perché “hanno governato per anni” e a definire Autostrade una “società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d’Europa“. Quello che dimentica è che lo fa anche grazie a lui.


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L'autore di questa vignetta è turco. Si chiama Gökçen Eke, meglio conosciuto con il nome d'arte di CARICATURELLA. Lo ricordo a Salvini che, invece, è una caricatura di essere umano, prima di essere una caricatura di politico e di ministro.


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ovviamente alle critiche ai lega stellati si ricorre sempre che sono meno peggio dei precedenti anziché ammettere le cagate

Re: Tragedia di Genova: cosa ne pensate?

dom ago 26, 2018 17:01

KEVINILCONDOR ha scritto:
Higuain88 ha scritto:
CIANURO ha scritto:Salva Benetton, l’aumento delle tariffe e i record in Borsa: ecco cosa ha dato Salvini ad Autostrade col suo sì al decreto


Il 21 maggio 2008, giorno in cui l'emendamento venne presentato, il titolo Atlantia totalizzò il maggior rialzo da 5 anni e mezzo a quella parte. Fabrizio Palenzona, presidente dei concessionari, esultava: "Il testo dimostra la volontà del nuovo esecutivo di voltare pagina e puntare allo sviluppo delle infrastrutture". Oggi il vicepremier definisce Aspi una "società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d'Europa"

Il titolo volava a Piazza Affari e in Via Antonio Nibby 20, a Roma, si stappò lo spumante, quel 21 maggio 2008. Quella mattina il governo Berlusconi aveva presentato alla Camera un emendamento che sbloccava la convenzione stipulata 7 mesi prima tra Autostrade per l’Italia e l’Anas. Pochi minuti dopo le azioni di Atlantia, della cui galassia fa parte Aspi, erano schizzate ai massimi da 5 anni perché la norma dava il via libera all’aumento delle tariffe autostradali. Otto giorni dopo l’aula approvava la modifica e a votare a favore tra i banchi della Lega Nord c’era anche Matteo Salvini che oggi, immediatamente dopo il crollo del Ponte Morandi ha puntato il dito contro la concessionaria accusandola di non non aver effettuato i dovuti controllo pur essendo una “società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d’Europa”.


Ponte Morandi, quando Pdl e Lega approvarono il "salva Benetton". Applausi alla Camera, Di Pietro furibondo

A ricordare l’episodio è stata domenica sera Debora Serracchiani: “Nel 2008 Matteo Salvini (che fu deputato per un anno prima di optare per un seggio al parlamento Europeo, ndr) votò a favore del cosiddetto ‘Salva Benetton‘, che diede al gruppo le concessioni molto vantaggiose per Autostrade. Governava con Berlusconi. Ora non se lo ricorda più? Meglio rinfrescargli la memoria”, twittava l’ex governatrice Pd del Friuli, riportando lo screenshot della votazione per la conversione in legge del decreto legge 8 aprile 2008 sulle disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia Ue.


Quel 21 maggio il solo ingresso dell’emendamento a Montecitorio aveva scatenato una gioiosa effervescenza sul titolo in Borsa. A fine giornata Atlantia aveva totalizzato un +7,6% a Piazza Affari, con la singola azione che toccava quota 22,71 euro: il maggior rialzo messo a segno dall’azienda da 5 anni e mezzo a quella parte, con la capitalizzazione del gruppo che lievitava a 13 miliardi di euro. Un’euforia che contagiava Fabrizio Palenzona, presidente di Aiscat: “L’emendamento dimostra la volontà del nuovo esecutivo di voltare pagina – esultava il presidente dell’associazione che riunisce le concessionarie – e di puntare allo sviluppo delle infrastrutture nell’interesse del nostro Paese”.

Negli otto giorni successivi le opposizioni ingaggiarono battaglia tra i banchi di Montecitorio. “Non si può far sì che l’Anas decida da sola a chi dare in concessione un bene dello Stato”, diceva l’ex ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, autore della riforma del settore con il precedente governo Prodi ma strenuo oppositore della modifica voluta dall’esecutivo Berlusconi, che consentiva di approvare la convenzione alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, ovvero senza passare dal Cipe. E che secondo le opposizioni altro non era che un do ut des con il gruppo Benetton: la possibilità di aumentare i pedaggi autostradali in cambio di un intervento finanziario nella cordata Alitalia, allora sull’orlo del fallimento.


Il 28 maggio arrivò l’ok: i 195 no del Pd e i 27 dell’Udc nulla poterono contro i 225 sì del Pdl e i 50 della Lega Nord. Tra i quali figurava il voto favorevole di Matteo Salvini. Quel giorno l’attesa dell’aumento dei pedaggi e la riduzione dei rischi regolatori per Atlantia lanciarono ancora una volta il titolo, che chiuse le transazioni con un guadagno dell’1,55%, a quota 22,98 euro. Le opposizioni continuarono a protestare e il 5 luglio l’Antitrust bocciò le modifiche alla convenzione perché “penalizzano i consumatori“. Ma il gioco era fatto: rimandati per tre mesi da decreto anticrisi, ad aprile 2009 scattarono gli aumenti delle tariffe: quelli di Autostrade per l’Italia toccavano il 2,40%. Oggi Salvini ha buon gioco a chiedere il Pd di stare in silenzio perché “hanno governato per anni” e a definire Autostrade una “società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d’Europa“. Quello che dimentica è che lo fa anche grazie a lui.


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Questo essere mentre si fa i selfie ai funerali di stato.



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L'autore di questa vignetta è turco. Si chiama Gökçen Eke, meglio conosciuto con il nome d'arte di CARICATURELLA. Lo ricordo a Salvini che, invece, è una caricatura di essere umano, prima di essere una caricatura di politico e di ministro.


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ovviamente alle critiche ai lega stellati si ricorre sempre che sono meno peggio dei precedenti anziché ammettere le cagate

lega e 5 stelle sono il miglior governo da 40 anni a questa parte

Re: Tragedia di Genova: cosa ne pensate?

lun ago 27, 2018 8:17

Higuain88 ha scritto:
KEVINILCONDOR ha scritto:
Higuain88 ha scritto:
CIANURO ha scritto:Salva Benetton, l’aumento delle tariffe e i record in Borsa: ecco cosa ha dato Salvini ad Autostrade col suo sì al decreto


Il 21 maggio 2008, giorno in cui l'emendamento venne presentato, il titolo Atlantia totalizzò il maggior rialzo da 5 anni e mezzo a quella parte. Fabrizio Palenzona, presidente dei concessionari, esultava: "Il testo dimostra la volontà del nuovo esecutivo di voltare pagina e puntare allo sviluppo delle infrastrutture". Oggi il vicepremier definisce Aspi una "società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d'Europa"

Il titolo volava a Piazza Affari e in Via Antonio Nibby 20, a Roma, si stappò lo spumante, quel 21 maggio 2008. Quella mattina il governo Berlusconi aveva presentato alla Camera un emendamento che sbloccava la convenzione stipulata 7 mesi prima tra Autostrade per l’Italia e l’Anas. Pochi minuti dopo le azioni di Atlantia, della cui galassia fa parte Aspi, erano schizzate ai massimi da 5 anni perché la norma dava il via libera all’aumento delle tariffe autostradali. Otto giorni dopo l’aula approvava la modifica e a votare a favore tra i banchi della Lega Nord c’era anche Matteo Salvini che oggi, immediatamente dopo il crollo del Ponte Morandi ha puntato il dito contro la concessionaria accusandola di non non aver effettuato i dovuti controllo pur essendo una “società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d’Europa”.


Ponte Morandi, quando Pdl e Lega approvarono il "salva Benetton". Applausi alla Camera, Di Pietro furibondo

A ricordare l’episodio è stata domenica sera Debora Serracchiani: “Nel 2008 Matteo Salvini (che fu deputato per un anno prima di optare per un seggio al parlamento Europeo, ndr) votò a favore del cosiddetto ‘Salva Benetton‘, che diede al gruppo le concessioni molto vantaggiose per Autostrade. Governava con Berlusconi. Ora non se lo ricorda più? Meglio rinfrescargli la memoria”, twittava l’ex governatrice Pd del Friuli, riportando lo screenshot della votazione per la conversione in legge del decreto legge 8 aprile 2008 sulle disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e l’esecuzione di sentenze della Corte di giustizia Ue.


Quel 21 maggio il solo ingresso dell’emendamento a Montecitorio aveva scatenato una gioiosa effervescenza sul titolo in Borsa. A fine giornata Atlantia aveva totalizzato un +7,6% a Piazza Affari, con la singola azione che toccava quota 22,71 euro: il maggior rialzo messo a segno dall’azienda da 5 anni e mezzo a quella parte, con la capitalizzazione del gruppo che lievitava a 13 miliardi di euro. Un’euforia che contagiava Fabrizio Palenzona, presidente di Aiscat: “L’emendamento dimostra la volontà del nuovo esecutivo di voltare pagina – esultava il presidente dell’associazione che riunisce le concessionarie – e di puntare allo sviluppo delle infrastrutture nell’interesse del nostro Paese”.

Negli otto giorni successivi le opposizioni ingaggiarono battaglia tra i banchi di Montecitorio. “Non si può far sì che l’Anas decida da sola a chi dare in concessione un bene dello Stato”, diceva l’ex ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, autore della riforma del settore con il precedente governo Prodi ma strenuo oppositore della modifica voluta dall’esecutivo Berlusconi, che consentiva di approvare la convenzione alla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, ovvero senza passare dal Cipe. E che secondo le opposizioni altro non era che un do ut des con il gruppo Benetton: la possibilità di aumentare i pedaggi autostradali in cambio di un intervento finanziario nella cordata Alitalia, allora sull’orlo del fallimento.


Il 28 maggio arrivò l’ok: i 195 no del Pd e i 27 dell’Udc nulla poterono contro i 225 sì del Pdl e i 50 della Lega Nord. Tra i quali figurava il voto favorevole di Matteo Salvini. Quel giorno l’attesa dell’aumento dei pedaggi e la riduzione dei rischi regolatori per Atlantia lanciarono ancora una volta il titolo, che chiuse le transazioni con un guadagno dell’1,55%, a quota 22,98 euro. Le opposizioni continuarono a protestare e il 5 luglio l’Antitrust bocciò le modifiche alla convenzione perché “penalizzano i consumatori“. Ma il gioco era fatto: rimandati per tre mesi da decreto anticrisi, ad aprile 2009 scattarono gli aumenti delle tariffe: quelli di Autostrade per l’Italia toccavano il 2,40%. Oggi Salvini ha buon gioco a chiedere il Pd di stare in silenzio perché “hanno governato per anni” e a definire Autostrade una “società privata che guadagna miliardi facendo pagare uno dei pedaggi più cari d’Europa“. Quello che dimentica è che lo fa anche grazie a lui.


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L'autore di questa vignetta è turco. Si chiama Gökçen Eke, meglio conosciuto con il nome d'arte di CARICATURELLA. Lo ricordo a Salvini che, invece, è una caricatura di essere umano, prima di essere una caricatura di politico e di ministro.


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ovviamente alle critiche ai lega stellati si ricorre sempre che sono meno peggio dei precedenti anziché ammettere le cagate

lega e 5 stelle sono il miglior governo da 40 anni a questa parte
credo non ci sia altro da aggiungere, visto che si affronta la politica come se fosse il tifo per la propria squadra
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