da CIANURO » gio ago 14, 2014 17:53
Indro Montanelli smise di essere fascista nel 1936-1937 all'inizio della campagna di Spagna, quando il Fascismo, dopo la campagna di Etiopia e le sanzioni aveva raggiunto il massimo del suo consenso. Sfido chiunque dei nostri accademici a saper fare altrettanto, proprio loro che rifiutarono soltanto in 12, dicosi 12, il giuramento al Duce e al Fascismo.
Detto questo, per questo suo rifiuto al Fascismo Montanelli pagò con l'ostracismo e con l'esilio in Estonia, tornò alla ribalta grazie alle cronache fatte sul Corriere della Sera della guerra tra Finlandia e URSS e da allora iniziò la sua parabola come giornalista più amato dagli italiani, tanto che lo definirono il principe.
Montanelli pagò il suo rifiuto al Fascismo con la condanna a morte che gli diedero i nazisti che lo imprigionarono nel carcere di San Vittore e, dal quale, solo fortunosamente riuscì ad evadere. Montanelli pagò, ancora di più se è possibile, il suo rifiuto al Comunismo con le 4 pallottole che i brigasti rossi gli spararono mentre si recava alla sede del Giornale da lui diretto e fondato per 20 anni. Montanelli, dopo svariati anni, perdonò i suoi sicari e strinse loro la mano perché, frase sua, indimenticabile: con i nemici sconfitti si brinda.
Montenelli pagò il suo rifiuto al berlusconismo lasciando il Giornale da lui diretto e fondato per 20 anni e fondando la Voce. Lasciò la sua creatura editoriale amata e venerata di cui lui era stato padre e bandiera per ricominciare un avventura a 85 anni suonati. Sfido chiunque dei vegliardi attuali di questa macilenta e tremebonda italietta di me.r.d.a. a fare altrettanto.
Le opere scritte da Montanelli, la sua storia d'Italia in particolare, ma anche tutte le altre, ebbero un immenso successo di pubblico e questa fu la sua opera più grande: aver reso un servigio immenso al popolo e alla nazione di cui era un immenso figlio, quello di avvicinare gli uni all'altra, quella di aver fatto conoscere la storia del proprio Paese ad un popolo che se ne è sempre strafotutto proprio perché ha trovato quei professori universitari di cui fu sempre acerrimo nemico, quasi tutti di sinistra seppur con parecchi soldini, che hanno reso la cultura italiana distante e lontana dal popolo, proprio il contrario di quello che dovrebbe essere e hanno reso lo stesso circuito culturale una sorta di grossa ma.fia. come se non ce ne fossero già abbastanza in questo Paese che è maf.ioso nel suo dna.
Sul fatto, infine, che il comunismo di Mosca, come tutti i comunismi che arrivano al potere, fosse: inumano, violento, persecutore e creatore di povertà non è che aveva ragione Montanelli, è stata la storia a dimostrarcelo, altrimenti non si spiegherebbe il perché il comunismo sia imploso dal di dentro, lasciando partita vinta al regime Capitalista che non è certo il Paradiso in terra, eppure si è rivelato, alla prova dei fatti, migliore e più duraturo del regime nato in URSS.
Per quanto riguarda la sua prosa che era semplice, pulita e bellissima io mi auguro che anche uno solo, uno soltanto dei tanti professori universitari che abbiamo in Italia sappiano scrivere bene anche solo la decima parte di come scriveva Montanelli e, sopratutto, che abbiano anche solo un millesimo delle palle che aveva lui.
L'unico consiglio che mi sento di dare – e che regolarmente do – ai giovani è questo: combattete per quello in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Ma solo una potrete vincerne. Quella che s'ingaggia ogni mattina, davanti allo specchio.
Indro Montanelli
Una società più austera può essere una società più giusta, meno diseguale, realmente più libera, più democratica, più umana.
Enrico Berlinguer