Carraro chiude il caso Catania
''Ora cambiamo le regole''
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ROMA- (17 Luglio 2003)
Il forum: chi ha sbagliato?
Il Tar insiste: sentenza Caf inefficace
Gaucci furioso: Carraro a casa, l'ha fatta sporca
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Sale la tensione: aggredito un giornalista
La Federcalcio chiude il caso Catania, richiama tutti al rispetto delle regole e a tutti rivolge l'invito a mettere fine "a ogni atteggiamento di esasperata litigiosità " ricordando che esauriti i gradi di giudizio federale gli statuti prevedono che le controversie possano essere decise dalla Camera di Conciliazione e Arbitrato per lo sport del Coni. "Dobbiamo chiudere l'attività 2002-2003. Per la federazione le sentenze sono esaurite. La gente ha fame di calcio, bisogna pensare alla prossima stagione".
Franco Carraro cerca di spegnere così il nuovo polverone sollevato dalla decisione della Commissione di appello federale sul caso Catania. Il presidente della Figc ribadisce che non ha intenzione di dimettersi: "Mi sento oggettivamente responsabile come presidente federale. Ma ho avuto un largo consenso quando sono stato eletto e parole di stima agli ultimi consigli federali", dice in una conferenza stampa convocata d'urgenza per spiegare anzitutto che lui e la sua dirigenza non c'entrano affatto nelle decisioni degli organi di giustizia sportiva. Una precisazione quasi pleonastica, se non fosse che qualcuno ha messo in dubbio la "probità " dei giudici.
E allora ecco la secca reazione: "Quello che non può essere accettato è che si insinuino connessioni tra organi federali e della giustizia sportiva. Pensare che ci siano state pressioni da parte nostra è inaccettabile e intollerabile. Gaucci? Mai pronunciato giudizi nei suoi confronti. Il mio ruolo mi impone di considerare tutti degni di rispetto. Ho il dovere di non avere reazioni emotive negative. Anche davanti a reazioni ingenerose".
Il suo ennesimo richiamo alle regole difficilmente riuscirà a mettere tutti d'accordo: i tifosi del Catania già meditano di marciare in migliaia su Roma, mentre dal Palazzo della politica arrivano inviti a un intervento diretto del Governo e il prefetto di Roma Emilio Del Mese è nominato nuovo commissario ad acta per far applicare la sentenza del Tar di Catania. "Le critiche alla Caf? Aspettiamo le motivazioni". Ora l'auspicio di Carraro è che la questione non trascenda ancora una volta l'ambito sportivo. "Solo così si può arrivare alla parola fine" dice. E spera che dopo Napoli e Venezia anche altre società decidano di rivolgersi alla Camera di Conciliazione. "Il treno è partito - dice Carraro -, spero ci salgano tutti. Ma non ho la palla di vetro...".
Insomma, quello che è stato è stato ("non si può uscire dalla clausola compromissoria. Il fatto che sia accaduto non vuol dire che non sia vietato"). La Figc ha fretta di chiudere la spinosa querelle: i calendari sono alle porte (sono previsti per il 31 luglio), e ad agosto riprende il campionato, che per la serie B dunque per la Federcalcio è e rimane per ora a 20 squadre. "Se la Camera di Conciliazione del Coni ci chiedesse qualche giorno in più per poter completare il loro lavoro - non esclude Carraro - chiederei al Consiglio federale di posporre la compilazione dei calendari". Per ora comunque rimangono confermati i consigli federali del 23 e del 31 luglio.
Per il domani però è sicuro che le regole sono destinate a cambiare: entro il mese, comunque non oltre il 10 agosto, dovrebbe essere varato il nuovo codice di disciplina. "Le competenze della Corte federale? L'Assemblea del primo settembre - dice Carraro - dovrà precisarne meglio le competenze". Ma quello che preme di più alla Figc è che si arrivi presto a una legge per un terzo grado di giudizio sportivo modificando la legge Melandri. E per Carraro l'organo più indicato è appunto la Camera di Conciliazione. "Se non si fa questo - conclude il presidente - si mettono in pericolo i prossimi campionati. E non solo del calcio".