(Gazzetta del Mezzogiorno)
C’è il risultato prima
di tutto. Un pareggio che
apre un mese di dicembre
che si prospetta tanto delicato
quanto chiarificatore,
almeno fino alla trasferta di
Genova datata 22. Il punto di
Mantova dĂ un seguito al
sofferto pari contro la Triestina,
confermando di essere
nuovamente in crescita
sotto l’aspetto della convinzione
e del carattere. La botta
psicologica rimediata nel
derby del Sud (0-1 col Napoli)
sembra sia stata metabolizzata
e messa da parte.
Non perdere in Lombardia
era quasi un obbligo per una
squadra che in trasferta arrivava
da tre k.o. consecutivi,
sconfitte che in un modo
o nell’altro hanno comunque
finito con il lasciare
un segno.
Pochi lampi, poche occasioni
da gol (una sola, con
Carrus), soprattutto il Bari
ha badato a occupare il campo
con grande attenzione
per evitare pericoli. Non
avrebbe potuto essere altrimenti
con sei giocatori (4
difensori e i due mediani
Gazzi e Fusani) preposti al
presidio della metĂ propria
campo.
Segnali confortanti arrivano
dal reparto arretrato, anche
perché la formazione di
Maran, con appena 9 gol al
passivo al momento può
vantare, con il Napoli, la
terza miglior difesa del campionato
alle spalle di Juventus
(6), Triestina (8)i. In
pratica l’ultima rete subita è
quella di Di Venanzio a Frosinone,
240 minuti fa. L’equi -
librio difensivo è una caratteristica
del pensiero di
Maran, esonerato lo scorso
anno da Corioni con il Brescia
quinta miglior difesa. A
Mantova il reparto, che sabato
prossimo dovrĂ fare a
meno di Micolucci squalificato
per somma di ammonizioni,
non ha accusato
sbavature. E va sottolineata
la prova di Marco Esposito,
richiamato titolare dopo due
partite trascorse a guardare.
Schierato titolare contro il
Napoli per la contemporanea
squalifica di Pianu e
Gervasoni, lo stopper di
Massafra si è riaccomodato
in panchina senza battere
ciglio pur avendo disputato
una buona partita. Maran lo
ha ripescato e riproposto in
coppia con Pianu. La risposta
del difensore pugliese è
stata precisa e puntuale.
Bernacci non è certo l’ul -
timo arrivato, Esposito lo ha
disinnescato con carattere.
La riduzione ai minimi
termini dei rischi in casa
mantovana, è stata anche
dovuta alla scelta di Maran
di rinforzare il centrocampo,
tornando a schierare il
4-2-3-1 sperimentato ad inizio
di stagione. Scelta dettata
dai troppi pericoli corsi
contro la Triestina nel turno
precedente, con il centrocampo
preso di infilata spesso
e volentieri. Aspettando il
vero Carrus, allora, il tecnico
ha deciso di coprirsi
meglio le spalle, lasciando
libero il giocatore sardo di
giostrare nella metĂ campo
avanzata, anziché accollargli
compiti diversi copn il
4-4-2. Ovvio che qualcosa in
piĂą era lecito aspettarsi dagli
esterni nell’appoggiare il
generoso Santoruvo, costretto
quasi sempre a giocare
spalle alla porta e a lottare
contro la linea difensiva avversaria.
Se da un lato l’opzione di
un Bari piĂą compatto va
bene in occasione delle partite
esterne, soprattutto su
campi difficili come lo è
Mantova dove un pareggio è
pur sempre un punto prezioso,
qualcosa di diverso
andrĂ fatto per le partite
interne, quelle da vincere.
Premessa che apre a un capitolo
dolente, quello relativo
al digiuno in fatto di reti
realizzate. Trecentosessantasei
minuti, tanto è passato
da quando Davide Carrus ha
realizzato l’ultimo gol dei
biancorossi, infilando la
porta avversaria, nell’occa -
sione difesa da Nicola Santoni
dello Spezia. Era l’84’.
Da allora sono trascorse ben
4 giornate, e dei gol non c’è
stata piĂą traccia. I problemi
maggiori del Bari, che in
questi ultimi turni ha considerevolmente
rallentato la
propria marcia, sembrano
dunque esser collegati soprattutto
alla scarsa vena
realizzativa. Basti pensare
che in questo momento il
miglior marcatore è Vincenzo
Santoruvo con appena 3
reti all’attivo e che un’al -
lergia da gol così lunga non
si era mai registrata negli
ultimi 3 anni.
Ma non è un discorso che
deve investire soltanto il reparto
avanzato, cioé quello
più sotto l’occhio del ciclone.
A parte il fatto che per una
partita e un tempo (Frosinone
piĂą la ripresa contro
la Triestina) il Bari ha dovuto
fare a meno di Santoruvo,
a questa squadra
mancano anche i gol alternativi.
Segnano poco pure
gli altri. Un gol Bellavista,
uno Tabbiani, uno Ganci,
due Carrus e Vantaggiato,
u n’autorete, uno Di Vicino.
Non è davvero molto. A proposito
di quest’ultimo: la tribuna
a Mantova fa riflettere.
Forse non era il giocatore di
cui il Bari aveva bisogno.
Fabrizio Nitti