10.05.2021 00:00 di Ivan Cardia
L’Inter ha vinto lo scudetto e nel giro di una settimana la proprietà ha chiamato tutti a raccolta per metterli davanti alla cruda realtà . O ci rimbocchiamo le maniche e abbattiamo i costi, o il futuro è quello che è. La squadra campione d’Italia attraversa “gravi problemi finanziariâ€: l’ha detto il suo vicepresidente, Javier Zanetti. In Serie C, il campionato l’hanno vinto Como, Perugia e Ternana: nessuna di queste tre si è presentata ai suoi giocatori prospettando rinunce di qualche tipo e questo è un dato di fatto di cui tenere conto. Un elemento che s’inserisce in una discussione molto più ampia: sono parecchio curioso di vedere i bilanci delle società calcistiche italiane al termine di questa stagione. Sono abbastanza certo che, in media, quelli delle società di Serie C saranno più sani rispetto a quelli delle società di A.
Alt: dato che non siamo qui a raccontare favole dall’isola che non c’è, non sto sostenendo che in terza serie vada tutto a gonfie vele. Macché, c’è sofferenza. In gran parte per tutto quello che si è dovuto affrontare da marzo 2020, ma in generale resta un campionato a cui si partecipa più per mecenatismo o altri interessi che per fare impresa, cosa che difatti non riesce quasi a nessuno. Non va tutto bene, per esempio c’è una società fallita che “rischiava†di essere promossa (peraltro con merito del suo allenatore e dei suoi giocatori); ce ne sono almeno altre 4-5 con grandissime incertezze su quello che sarà il futuro, dal Piemonte alla Sicilia. Insomma, per le rose e i fiori bisogna comunque guardare altrove.
Semplicemente, quando si ragiona del calcio che rischia di rompersi e non è più sostenibile, bisogna avere il coraggio e la coerenza di guardarlo tutto insieme. Altrimenti smettiamo di parlare di piramide e sistema, ognuno ragiona per sé stesso e però alla fine il castello crollerà comunque, perché un ecosistema ha bisogno di tutti i suoi componenti per andare avanti. Per esempio, negli anni la Lega Pro è stata spesso indicata come il campionato dei grandi fallimenti: basterebbe analizzare i casi uno per uno e ci si accorgerebbe che in molte situazioni il buco nero è stata la B, e la retrocessione solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Morale: il pallone o si cura tutto insieme o si sfascia per davvero. Non va in questa direzione, per esempio, l’assurda riforma della Coppa Italia che la riserva a club di Serie A e club di Serie B. È una mossa incoerente da chi fino all’altro giorno blaterava del calcio dei piccoli e non inquadra, a mio giudizio, l’obiettivo: il futbol vive di storie, non di prodotti. Di questo, però, si è già parlato abbondantemente.
Nelle ultime ore, per non farsi mancare nulla, il Covid è tornato a bussare alla porta della Serie C. Playoff a rischio? Lo sono ipso facto, perché è da un anno e mezzo che ci confrontiamo con una variabile incontrollabile. Imponderabile su imponderabile, non avere idea di cosa deciderà l’ASL di riferimento è l’altra X dell’equazione che non si può risolvere. In queste ore, si decide cosa fare dopo il rinvio (per ora fissato a data da destinarsi) di Virtus Verona-Triestina. Le ipotesi sono due: rinviare l’intero secondo turno di un paio di giorni (e riaggiustare tutto il resto di conseguenza), o farlo solo per il Girone B mandando avanti A e C. La seconda ipotesi piace di meno a molti club interessati: correre tutti alle stesse condizioni è in effetti una delle regole base. Sta di fatto che in entrambi i casi non sono a oggi in discussione le date finali e non s’arriverà ancora alla necessità di giocare davvero ogni due giorni (non si può escludere a priori, viste le incognite): gli spazi sono stretti, non inesistenti, l’eventualità era stata messa in conto. Urge comunque fare un paio di riflessioni sul futuro. Premesso che l’augurio è di essersi liberati della pandemia a settembre, ma non è detto che accada, per il prossimo campionato sarà anzitutto opportuno prevedere un coordinamento federale sui controlli sanitari che è mancato (e di qui il caos ASL, patito soprattutto in Serie A). E poi, assicurarsi che tutti i calciatori professionisti siano vaccinati. Inoculare i sieri ai papabili azzurri è stata una mossa mediaticamente discutibile, perché unicum europeo in un Paese che va ancora a velocità alterna; ad agosto-settembre si spera che sia possibile per tutti senza fare con questo eccezioni. E a quel punto imporre l’obbligo vaccinale ai calciatori servirebbe a mettere in sicurezza un settore produttivo che piaccia o meno s’è dimostrato non proprio irrilevante.Ultima considerazione, sulle quattro toscane retrocesse. Quattro storie diverse, di una regione che storicamente ha pochi eguali nel panorama della Serie C. La più drammatica è quella di Livorno: quello che è successo ai labronici ha del già visto ma anche dell’assurdo per come si è protratta la questione. Ha detto bene Lucarelli, è stata maltrattata una storia e una città che aveva poco a che fare con la C, figuriamoci con la D o quel che sarà . A proposito: nelle piazze grandi (o medio-grandi come in questo caso) si sente spesso tanta gente parlare di amore e altri bei sentimenti. Poi i soldi però si fa più fatica a metterli (a scanso di equivoci, non parlo di Lucarelli che fa il suo mestiere e anche bene). Chi può guardare con fiducia al futuro è tutto sommato l’Arezzo: i tifosi ora saranno delusi, ma con l’arrivo di De Vito come ds i passi avanti ci sono stati e il miracolo è stato quasi sfiorato. La più lineare è la parabola della Lucchese, promossa dalla D e peraltro scossa quasi subito dal cambio di allenatore, partito male ma senza possibilità di adattarsi e adattare la squadra al nuovo campionato. Non è stato richiamato, Monaco, come del resto non è stato richiamato Frustalupi a Pistoia, dove pure di fatto, complice il mercato completato molto tardi, non ha avuto praticamente l’occasione di allenare davvero. Eppure i suoi numeri non sono peggiori di chi lo ha seguito. A volte, agli allenatori bisogna anche dare il tempo di sbagliare e la retrocessione dell’olandesina è amara soprattutto perché arrivata in un anno storico. Doloroso per la Toscana, anche se almeno un paio di queste squadre puntano seriamente a rimanere in C. È pronto a partire infatti il valzer di riammissioni e ripescaggi. Ma ne parleremo nelle prossime puntate.
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