(Gazzetta del Mezzogiorno)
Atmosfera rilassata, ieri mattina, all'aeroporto di Palese. Volti distesi, sorrisi in abbondanza. Il gruppo dei baresi che ha raggiunto Venezia con un volo diretto (poi trasferimento in pullman a Mezzano di Primiero) è animato da una carica incredibile. Tra punti fermi e scommesse, veterani e giovani a caccia di gloria: ce n'è per tutti i gusti. Sotto il vigile sguardo di Pino Alberga, occasionale capo-delegazione. Il capitano è ancora in trincea. Sì, proprio quel Bellavista che sembra agli sgoccioli della sua avventura in biancorosso. Un altro anno di contratto, ma qualcosa sembra essersi rotto. Nessuno lo ha mai detto esplicitamente, ma non sembra che il Bari abbia molta voglia di allungare questo rapporto. «Parto con l'entusiasmo di quando, ragazzino, mi affacciavo in prima squadra con la valigia piena di sogni - Bellavista non usa giri di parole - però non posso nascondere che mi piacerebbe capire al più presto quali potranno essere gli sviluppi legati al mio nome. In questo mese di vacanze ho letto tante cose, ma giuro che di concreto non c'è nulla. Mi sento a tutti gli effetti un calciatore del Bari. E questa maglia vorrei indossarla fino a fine carriera. I matrimoni, però, si fanno in due. Ecco perché non vedo l'ora di ascoltare gli orientamenti della società . Mi sembra che il mercato sia abbastanza bloccato. E che richieste per Bellavista non ne siamo arrivate. Allora potremmo ritrovarci a discutere il prolungamento del contratto, nella consapevolezza di dovermi adeguare alla realtà di un calcio dove ormai certi ingaggi fanno parte del passato. Nessun problema a tagliarmi lo stipendio pur di giocare a vita nel Bari». Antonello Raimondo