(Gazzetta del Mezzogiorno)
Vietato guardare la classifica, meglio vivere a braccetto con il sano realismo. Guido Carboni ha chiuso in cassaforte il sofferto successo sul Catania e lancia un messaggio forte e chiaro ai naviganti biancorossi: «Non siamo nelle condizioni di poterci rilassare, assolutamente. Tre punti che valgono come oro, ma non dobbiamo guardare la classifica. Non mi sento né tranquillo, né in salvo. La discesa non è ancora cominciata. Un bel passo avanti, certo. Abbiamo tirato dentro altre squadre, ma ho l'impressione che si sia alzata la media. Si dovrebbe arrivare a 52, 53 punti». Conti facili, quindi. Altri 11 o 12 punti e passa la paura. «A noi un po' di sana paura fa sempre bene, è quella che evidentemente ci fa restare concentrati e regala stimoli in più». Il primo tempo contro il Catania conferma: il Bari rialza la testa nei momenti di chiara difficoltà . «Sono stato contento della reazione, che secondo me non è stata dovuta solo al cambio. Dopo 15' avevo già detto a Gigi di scaldarsi, non facevamo nulla di quanto preparato. Credo che la prova di Scaglia sia l'emblema. Questa squadra è indecifrabile anche per il sottoscritto a dieci turni dalla fine». Fatto sta che il 4-4-2 sembra il modulo che più calza a pennello. «La squadra trova più equilibrio, è vero. Ma anche a tre dietro eravamo andati bene». Arezzo, tappa fondamentale, soprattutto se si raccoglieranno punti. «Bè, ci sono trenta punti ancora in palio. Ma è chiaro che se in Toscana andrà bene, saremo ancora più tranquilli. Troveremo un bel ambientino lì, ma se ripeteremo le ultime prestazioni offerte in trasferte, vedrete che faremo bene». Ma al San Nicola perché è sempre un penare? «Perchè evidentemente bisogna lavorare sotto l'aspetto mentale, dell'approccio al match. In casa ci capita troppo spesso di iniziare in quel modo. Nella ripresa ci siamo sbloccati dopo il gol, sono sparite le paute, si è giocato di più la palla. Segnali che raccontano di una squadra con il freno a mano tirato. Almeno in casa: si stenta, è un dato di fatto». Diesel in casa, benzina verde in trasferta. «Mettiamola così». Aprile da brividi, cinque partite compreso turno infrasettimanale. «In questo mese ci giochiamo tanto. Quindi, inutile pensare a quello che è stato fatto. Bisogna pensare a quello che si deve fare. Abbiamo cominciato bene, ma bisognerà ripetersi subito. Andiamo incontro a un tour de force, tutto andrà valutato per bene». Se l'immagina un Bari con nove punti di vantaggio sul quart'ultimo posto dopo Arezzo? «Saremmo più liberi mentalmente. Ecco, vorrei vedere questa squadra giocare in casa senza l'assillo di dover vincere per forza. Non è mai successo in questo campionato, vorrei togliermi questa curiosità ». Gazzi è rientrato in gruppo. Ieri il centrocampista ha partecipato all'intera seduta, compresa la partita undici contro undici a metà campo. Chissà che non sia la sorpresa per Arezzo. Fabrizio Nitti
MILITARI ITALIANI A KABUL: BARI, GRAZIE PER LE MAGLIE - Con una lettera inviata via mail, il capitano Riccardo De Renzis ha ringraziato la società di calcio del Bari, «esprimendo profonda gratitudine» a nome dei militari impegnati in missione di pace a Kabul in Afghanistan, per aver inviato al loro contingente una fornitura di magliette da calcio. I soldati italiani, infatti, disputeranno un torneo multinazionale e indosseranno le maglie biancorosse del Bari.