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Aldo Grasso e la "cultura" in tv

In questa sezione si parla di film od altro relativi ai mondi del cinema e della televisione, si possono inserire spezzoni di video da youtube con l'apposito tag.

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Aldo Grasso e la "cultura" in tv

Messaggioda AncoraNonVuoi... » sab mar 24, 2012 13:08


Gran bell'articolo.Diretto e privo di sudditanza.

A fil di rete
Il progetto mistico di quelli come Augias


Corrado Augias

Corrado Augias ha raddoppiato: «Le storie. Diario italiano» va in onda tutti i giorni alle 12.45 e il meglio viene replicato alle 20.10, prima di «Un posto al sole». Così Rai3, con un certo trionfalismo, può dire di «portare la cultura all'ora di cena». Pranzo e cena.


E meno male che «il popolare giornalista e scrittore» se ne doveva andare. Si era fatto ospitare dalla collega «giornalista e scrittrice» Daria Bignardi (29 gennaio 2011) per lamentare la scarsa attenzione che la Rai mostrava nei suoi confronti e annunciare l'addio: l'età, i libri da scrivere, gli affetti da coltivare: «Basta televisione, vorrei dedicare questa ultima parte della mia vita ad altre cose». Come mai è rimasto? Ha ceduto all'insistenza, vecchia formula con cui un tempo si giustificava la pubblicazione di un libro modesto.

Dovremmo dunque essere contenti del doppio incarico e di avere, pranzo e cena, una fetta di cultura. C'è un piccolo però, quasi insignificante.

Gli Augias non fanno cultura, gli Augias sono «devoti della cultura», categoria cui Marc Fumaroli ha dedicato un libro decisivo, «Lo stato culturale». Per dire: Philippe Daverio fa cultura (mette brillantemente la sua competenza al servizio del mezzo), gli Augias (ce ne sono tanti) usano la parola cultura come schermo, la impregnano di un significato volontaristico e missionario (ah, quel pubblico da redimere composto materialmente e idealmente di professoresse!), la fanno diventare qualcosa di simile a un progetto mistico, a una pianificazione, a un catechismo sociale, a un gadget da servizio pubblico.

Gli Augias sono gli idoli del ceto medio riflessivo, soddisfatti di apparire credendosi un'apparizione. E, sempre cedendo all'insistenza di qualche principio superiore, usano la «cultura» con un certo dirigismo che, per altro, influenza il mercato dei libri. Vorrebbero dedicare una parte della loro vita ad altre cose, ma per fortuna poi si mettono al nostro servizio in quella vasta e sorprendente vanity fair che è la tv.

Aldo Grasso
24 marzo 2012 | 8:19
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Re: Aldo Grasso e la "cultura" in tv

Messaggioda gianni3 » mar mag 15, 2012 9:41


ho smesso di seguire la sua rubrica sul corriere. parla male di tutto e di tutti, non fa nessuna critica costruttiva e con poche parole distrugge chiunque.
avverto tanta invidia nelle sue parole nonostante la pacatezza e poi quando sento parlare ste persone penso se non gli capiti mai di chiedersi perchè c'è qualcuno che fa tv e perchè lui non è tra questi.

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Re: Aldo Grasso e la "cultura" in tv

Messaggioda AncoraNonVuoi... » lun giu 18, 2012 15:44


In effetti Grasso parla bene di poche trasmissioni.
Va matto per Checco Zalone (incredibile a dirsi) ed esalta piu' di qualche serie televisiva straniera e raramente italiana.Uno dei pochi a parlar bene dei Soliti Idioti(che a me non piacciono),o meglio,ad affermare che non sono un fenomeno superficiale e da ignorare o liquidare con 2 righe.
Odia i telcronisti tutti (e come dargli torto).Non è un mostro di simpatia,ma credo che visto il livello medio della tv è almeno in parte giustificato che parli prevalentemente male di ciò che guarda.
Nel caso specifico (Augias che si masturba in tv con la cultura),per me fa bene ad andarci pesante.
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Re: Aldo Grasso e la "cultura" in tv

Messaggioda gianni3 » mer lug 04, 2012 10:19


dei soliti idioti non lo sapevo, secondo me è un programma che campa solo per via di tutti i soldi che spendono in pubblicità... poi ci pensi e vedi che trasmettono gli sketch sia sul corriere.it che su gazzetta.it e qualche dubbio sulla sua imparzialità spunta.


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