da c. c. » gio gen 19, 2012 16:18
Il romanzo criminale col distintivo
Al cinema i celerini bastardi di "aaaa"
Violenti, omertosi, adrenalina-dipendenti: i poliziotti ritratti nell'omonimo libro di Carlo Bonini sbarcano sul grande schermo. Favino, Giallini e Nigro protagonisti. E dietro la macchina da presa il regista delle due serie tv cult sulla banda della Magliana. In anteprima web i primi sei minuti della pellicola
di CLAUDIA MORGOGLIONE
ROMA - Non solo bande di fuorilegge, più o meno potenti. C'è un altro romanzo criminale, decisamente meno indagato, che si svolge, quasi sotto i nostri occhi (spesso ignari), nelle strade della capitale. In una metropoli più nera del nero, nelle buie notti di periferia, si aggirano per le strade personaggi inquietanti, borderline. Anche loro hanno dei soprannomi tosti, proprio come gli antieroi della Magliana rivisitati da Giancarlo De Cataldo: Cobra, Negro, Mazinga, al posto del Libanese, del Dandi e del Freddo che abbiamo conosciuto su carta e su grande o piccolo schermo. L'accento romano marcato è lo stesso, i codici di comportamento simili. L'unica differenza - ed è questo a colpire al cuore lo spettatore - è che stavolta sono uomini che portano il distintivo.
VIDEO ESCLUSIVO: i primi sei minuti del film 1
TRAILER 2 - FOTO 3
4E' cinema, certo. Ma sembra realtà . Anche perché è alla vita vera che ci si ispira. Sequenze d'azione, inseguimenti, pestaggi: parliamo di aaaa - All cops are bastards, che il regista Stefano Sollima ha tratto dall'omonimo libro del nostro collega Carlo Bonini (edito da Einaudi), e che sbarcherà nelle sale il prossimo 27 gennaio. Un racconto che squarcia il velo su un gruppo di poliziotti della Celere, il reparto mobile incaricato di far rispettare l'ordine pubblico nelle strade. Sono gli agenti che vediamo, con casco, scudo e manganello, dentro gli stadi e fuori, o nelle manifestazioni di piazza. Impegnati in battaglie con ultras, estremisti di destra o di sinistra. E immigrati, più o meno innocenti.
Compito ingrato, senza dubbio, il loro. Che porta - o rischia di portare - i membri del gruppo a sviluppare impulsi violenti e istinti di sopraffazione: una sorta di dipendenza dall'adrenalina degli scontri, simile in qualche modo a quella già indagata dall'americana Kathryn Bigelow nel suo film da Oscar The Hurt Locker. Lì, però, eravamo tra i militari americani di stanza in Iraq, impegnati nella guerriglia urbana. In aaaa invece il contesto metropolitano è quello di Roma e la guerriglia è decisamente più sottotraccia. Per certi versi ancora più insensata. Come dimostra la visione integrale dei primi sei minuti del film, che Repubblica.it vi offre in anteprima e in esclusiva.
Un spezzone significativo. In primo luogo, perché vediamo all'opera i protagonisti della vicenda: i celerini Cobra (Pierfrancesco Favino), Mazinga (Marco Giallini) e Negro (Filippo Nigro). E poi perché vediamo già un altro elemento importante della pellicola: questa storia, che è un romanzo criminale nei contenuti, assomiglia a Romanzo criminale 5 versione serie televisiva anche nello stile. Duro, sporco, spettacolare, apparentemente grezzo come i suoi personaggi. Il regista Sollima del resto è lo stesso: qui è al suo debutto su grande schermo.
Bastardi come evoca il titolo (acronimo di "All cops are bastards", nato col titolo di una canzone del gruppo skinhead The 4 skins), senza gloria per definizione, questi poliziotti - costretti a una vita assurda, soprattutto nelle giornate di servizio allo stadio - fanno sistematicamente la cosa sbagliata. E si proteggono a vicenda, sempre. Come dice Favino imputato in tribunale, in una sequenza che vediamo nel trailer: "In quei momenti c'hai solo i tuoi fratelli, accanto. E solo su quei fratelli puoi contare". Una dinamica essenziale, per capire la mentalità dei celerini protagonisti. Come conferma lo stesso Sollima: anche se all'ombra di fatti di cronaca dall'enorme impatto - il G8 di Genova, la morte dell'ispettore di Filippo Raciti 6 a Catania, l'uccisione assurda di Gabriele Sandri 7 - aaaa "non è un film di denuncia sociale, ma soprattutto una storia di uomini. Senza alcuna retorica o demagogia". E infatti, i suoi personaggi vengono visti molto da vicino. Moralismi e pregiudizi restano fuori dallo schermo
La Repubblica
