MotoGP Valencia, Bagnaia campione del mondo con la Ducati! La gara a RinsLa scimmia e il canguro. La Ducati si leva dalle spalle il peso di un’attesa lunga 15 anni e grazie a Francesco Bagnaia festeggia il suo secondo titolo piloti in MotoGP, a tre lustri dal suo unico trionfo legato al genio ribelle dell’australiano Casey Stoner, nel 2007. A Valencia, sede dell’ultimo GP del 2022, stappa la casa di Borgo Panigale che celebra il nono posto di Pecco che vale il traguardo tanto agognato. Gara vinta da Alex Rins sulla Suzuki, che si impone davanti a Brad Binder e Jorge Martin, successo molto simbolico proprio nel giorno dell'addio della casa di Hamamatsu dal Mondiale, e titolo a Bagnaia, che si è levato un macigno dalle spalle. Il ruolo di favorito, +23 alla viglia, la consapevolezza di potersi accontentare di un 14° posto per mettersi in testa la corona, la pattuglia di Desmosedici pronte a togliere al rivale Fabio Quartararo l’unica posizione a lui utile, la vittoria, potevano giocare un brutto scherzo ai nervi di Pecco. Il ducatista, però, ha gestito la corsa con maturità ed è riuscito nel suo intento: il suo è un piazzamento, ma ha i colori dell'iride.
TENSIONE — La pressione di Bagnaia si è vista, normale per chi lotta per certi traguardi e vede a un passo il coronamento dei sacrifici di una vita, e nel week end la sua tensione era palpabile: 17° nelle Libere1, 9° nelle Libere2 e nella combinata dei tempi delle Libere3, 8° in griglia e sempre a inseguire il rivale della Yamaha. Il francese ha fatto il suo alla grande, sempre davanti a Bagnaia a mettersi in condizione di creare pressione e indomito ad arrendersi. Il solco da colmare era però troppo ampio anche per la sua poderosa falcata, anche se a Quartararo va l'onore delle armi. Bagnaia ha retto alla pressione, in gara ha deciso di accettare all'inizio la lotta con il rivale per tenere alta la tensione emotiva, salvo poi gestire con attenzione, sfruttando il cuscinetto che l’aritmetica gli concedeva. Il nono posto finale gli è sufficiente a coronare il sogno. Dopo un avvio di stagione incerto, 1 punto in due gare, e tante cadute, 5 di cui 4 per sua responsabilità , Pecco ha fatto quadrato attorno alle sue doti, ha iniziato a vincere con perentorietà , 7 centri, erodendo punti e certezze al francese della Yamaha proprio quando il divario pareva impossibile: -91 dopo il GP di Germania. Onore al merito: applausi.
LA GARA — In gara Pecco parte bene, sesto, mentre davanti Rins lotta con Martin, Marquez e Miller. Al 2. giro i due contendenti vanno al duello diretto, con un contatto fra di loro, con aletta che vola, seguito da sorpasso e contromossa. Nessun calcolo di Bagnaia che si mette davanti al francese, salvo essere ripassato al 5. giro. La schermaglia fa il gioco del ducatista, con il quartetto di testa che ha 2"5 su Quartararo, obbligato a vincere per sperare. Rins detta il passo, Martin non è lontano, Miller regge e Marquez cade alla curva 8: la Honda resta così l'unica Casa a non aver vinto un GP quest'anno. A metà gara Quartararo è quarto mentre Bagnaia è passato da Brad Binder e Joan Mir e deve anche contenere Miguel Oliveira. Binder, 18° giro, scavalca Quartararo e va a caccia dei primi tre. Bastianini passa Bagnaia, Miller cade, chiudendo mestamente la sua avventura in Ducati e c'è tempo solo per la passerella finale. Una è di Rins e della Suzuki, l'altra di Bagnaia.
TRICOLORE IN ORBITA — 5 anni dopo Stoner, l’unico titolo piloti della Ducati; 13 dopo Rossi, l’ultimo titolo di un italiano in MotoGP; 50 dopo l’ultima accoppiata di moto e pilota italiani campioni, con Giacomo Agostini su MV Augusta, il tricolore sventola possente. È impugnato da Bagnaia e Ducati, sventolato dal loro gruppo plasmato attorno al genio di Gigi Dall’Igna, al fervore del team manager Davide Tardozzi e alla misura del d.s. Paolo Ciabatti, oltre che alla qualità di una squadra compatta e vincente. Onore pure all’Aprilia, a proposito di tricolore, che perde però, sia il terzo posto fra i piloti a vantaggio di Enea Bastianini (8°), sia il secondo fra i costruttori, andato alla Yamaha: fatali la caduta di Aleix Espargaro e il k.o. di Maverick Vinales che macchiano la parte finale di una stagione in cui Noale è stata a lungo protagonista. Saluti pure per la Clinica Mobile, eccellenza italiana fondata 45 anni fa dal Dottor Claudio Costa che lascia questo paddock dopo aver salvato tanti campioni e soprattutto per la Suzuki, che si congeda con dignità sulla pista su cui solo due anni fa festeggiava il titolo piloti con Joan Mir. Il destino può riservare anche gratitudine. Vale per Hamamatsu e soprattutto per Borgo Panigale. Sipario.
https://www.gazzetta.it/Moto/moto-GP/06-11-2022/motogp-valencia-bagnaia-campione-dl-mondo-con-la-ducati.shtml