http://affaritaliani.libero.it/cronache ... o2204.htmlLa morte di Bergamini? Nessun incidente stradale, il calciatore morì dissanguato, dopo essere stato evirato
Il centrocampista del Cosenza, Denis Bergamini, non morì, nel novembre del 1989, a causa delle ferite, riportate dopo esser stato investito da un camion, sulla strada statale jonica, che collega la Calabria alla Puglia. La verità su quell'oscura pagina di tanti anni fa è ben più sconvolgente. Il calciatore ferrarese fu evirato dai suoi spietati assassini e morì dissanguato.
La agghiacciante rivelazione sulle orrende mutilazioni, patite da Denis, era già contenuta, esplicitamente, nella relazione, che venne stilata, nel lontano 1990, dal prof. Francesco Maria Avato, il quale effettuò l'autopsia sul corpo del giocatore della squadra silana, che allora disputava il campionato di serie B.
Ma la perizia di Avato venne esaminata, con superficialità, dagli inquirenti. Ma è tornata, di recente, d'attualità, dopo la riapertura dell'inchiesta e le nuove perizie sulle circostanze della morte del giovane atleta emiliano, disposte dalla Procura di Castrovillari.
I magistrati privilegiano la pista "passionale" del crimine : il cosiddetto arcaico "delitto d'onore", che culminava, nei macabri rituali delle sanguinarie 'ndrine calabresi degli anni 50 e 60, nel taglio del pene e dei testicoli.
Insomma, Denis- che era un bel giovane, una promessa del calcio professionistico e piaceva alle ragazze calabresi e non- doveva pagare per qualche "sgarro", legato al sesso. Si ipotizza un colpo inferto, con un'arma da taglio, al basso ventre di Bergamini, prima malmenato con calci e pugni.
Già nel 1994 alcuni funzionari della Questura di Cosenza avevano tentato di seguire, senza approdare ad alcun risultato concreto, la pista passionale. Ma le testimonianze dell'ex fidanzata e del camionista, che investì il calciatore, quando era già morto, furono determinanti per approdare all' archiviazione della vicenda.
Una seconda ipotesi potrebbe far sospettare che l'evirazione di Bergamini avrebbe, in realtà, avuto l'obiettivo di coprire un'altra, ben più inquietante pista, forse legata al torbido mondo dello spaccio degli stupefacenti. Il calciatore, insomma, sarebbe venuto a conoscenza di fatti, inquietanti personaggi e circostanze, che i boss della 'ndrangheta avrebbero deciso di tener nascosti, ordinando la efferata esecuzione. Di tale pista parlò, in un libro, l'ex calciatore della Roma e del Milan, Carlo Petrini, scomparso qualche settimana fa.
"Il Quotidiano della Calabria" che, insieme al programma di RAI3, "Chi l'ha visto ?", ha riacceso i riflettori sul caso, sollecitato dall'insistenza della sorella di Denis, oggi, bocciando "la sciatteria, l'incapacità investigativa" degli inquirenti, che si occuparono, nei primi anni 90, del caso, ha chiesto :"Che cosa ha impedito a carabinieri, poliziotti, magistrati di capire e fare il proprio lavoro ? Bisognava coprire qualcosa ? Si doveva, a tutti i costi, impedire che si arrivasse alla verità ?".
Interrogativi inquietanti, alle quali non soltanto i tifosi del Cosenza e i familiari dello sfortunato mediano, ma tutto il mondo del calcio, oggi turbato da nuovi scandali, dovrebbe, con forza, sollecitare risposte serie e convincenti.
Di Pietro Mancini