Bari: muore Armando Marulli, lo storico fotografo del calcio cittadino
“Ci sono personaggi che non sono mai stati calciatori, dirigenti o in qualche modo tesserati per il Bari, ma che ne hanno fatto la storia”. Così, sul suo profilo facebook parla Michele Salomone, storica voce radiofonica e televisiva del Bari, ricordando un’uomo, scomparso questa mattina, che a suo modo è stato uno dei pilastri della […]
“Ci sono personaggi che non sono mai stati calciatori, dirigenti o in qualche modo tesserati per il Bari, ma che ne hanno fatto la storia”. Così, sul suo profilo facebook parla Michele Salomone, storica voce radiofonica e televisiva del Bari, ricordando un’uomo, scomparso questa mattina, che a suo modo è stato uno dei pilastri della storia calcistica della città .
Per tutti era soltanto Armando. Bastava il nome. Sulla carta d’identità era Armando Marulli, storico fotografo, per una vita a bordocampo con le sue fedeli macchine fotografiche ed il suo inseparabile borsello, alla ricerca dello scatto migliore.
Lo ricorda, sul suo sito ufficiale, anche l’Fc Bari 1908. “Da questa mattina i clic dello storico fotografo Armando Marulli (82 anni) si sono fermati. La Fc Bari 1908 si unisce al dolore della famiglia e di quanti gli hanno voluto bene”.
“Sempre presente – scrive la società biancorossa – a bordo campo con la sua macchina fotografica rigorosamente con pellicola. Anche con l’avvento della digitale non ha mai voltato le spalle al passato. Dagli anni sessanta i suoi clic hanno fermato il tempo di molti giocatori e fatto sognare migliaia di tifosi. Molti lo ricorderanno per le sue serpentine in mezzo al campo e le sue affannate corse per immortalare una rete o un’esultanza”.
A noi restano in mente le sue entrate, ai tempi della redazione del “Roma” trafelate la domenica nel tardo pomeriggio (quando le partite si giocavano tutte di domenica ed il calcio era quello vero) insieme al figlio Nicola e con in mano tre o quattro scatti da proporre per la pagina sportiva del lunedì. Lui sapeva già quale fosse il migliore, ma lasciava sempre a noi la scelta. Che puntualmente ricadeva sulla sua foto preferita.
Erano tutte rigorosamente in bianco e nero, sviluppate a mano, e con ancora l’odore dell’acido e del fissatore. Per quelle a colori ci sarebbe stato il tempo anche il giorno dopo, le foto da “giocarsi” in settimana.
Era un altro sport, quello raccontato dalle fotografie scattate “alla cieca”, dove il mestiere e l’esperienza erano tutto. Ed Armando era proprio così.
fonte:pugliain