La ricetta di Perinetti
"Per ritornare in A bisognava osare di più"
In estate era a un passo dall'accordo con Paparesta, ora giudica
deludente la stagione biancorossa: "Serviva più fiducia in Mangia"
ENZO TAMBORRA
SE C'È un motivo per il quale questo anno sabbatico gli pesa troppo è che avrebbe voluto spenderlo al servizio del nuovo Bari di Paparesta. Non è un mistero che Giorgio Perinetti avrebbe fatto carte false per cercare di riportare per la seconda volta in A la squadra biancorossa. Del resto, è l'ultimo ad esserci riuscito, quando sei anni fa si inventò Conte allenatore del Bari e vinse per distacco il campionato di serie B. Con Paparesta non sono mancati i contatti. Tanti tifosi hanno sperato che il matrimonio si rifacesse ed invece oggi il direttore sportivo romano non può fare altro che commentare da lontano la deludente stagione della squadra che gli è rimasta nel cuore. «Tifo Bari e spero ancora che possa agganciarsi al treno dei play off. L'obiettivo non è irraggiungibile, ma la gara di Terni mi ha un po' spiazzato».
Sconfitta a parte, cosa l'ha lasciato perplesso?
«Una squadra che deve rimontare, non può non approfittare di avversari in chiara difficoltà come gli umbri. La Ternana nel primo tempo era tremebonda. Al Liberati bisognava almeno pareggiare, per continuare la striscia positiva. Ed invece la sconfitta rischia di togliere alla squadra quelle certezze che aveva acquisito negli ultimi tempi».
Solo una questione caratteriale?
«Non solo, perché la forza in campo la acquisisci anche quando senti che dal punto di visto tecnico e tattico c'è la quadratura del cerchio. Ci sono delle cose che non mi convincono nel Bari, come ad esempio la coesistenza di Donati e Bellomo a centrocampo: un lusso in un torneo come la B, nel quale la differenza la fa chi corre e ringhia, come nel caso del Carpi».
Vuol dire che Nicola ha delle responsabilità ?
«In una squadra non esiste un responsabile, ma si vince o si perde tutti insieme. Nicola è un tecnico di valore, oltre che un'ottima persona. Per me in questo Bari c'è stato un peccato originale che va cercato nel compromesso di questa estate, quando si è puntato su Mangia, lasciando gran parte del gruppo della passata stagione».
Quindi non bisognava puntare su Mangia?
«Non è questo il punto. Se punti su Mangia, devi dargli tutto quello che gli serve per esaltare le sue idee, che sono molto precise. Paradossalmente, bisognava sfoltire maggiormente il gruppo della rimonta».
Ma come…
«Sì, se cambi allenatore e trasformi il modulo, devi dare un taglio più netto con il passato, seppur bello ed emozionante. Io resto dell'idea che i due mesi e mezzo che hanno fatto impazzire i baresi, siano stati soprattutto il frutto di un'alchimia irripetibile. La squadra aveva dei valori, ma non sino al punto di ripetersi in questo campionato. Mangia, dopo le prime sconfitte, ha commesso l'errore di abbandonare le proprie idee e di rifarsi al vecchio modulo, ma poi ne ha pagato le conseguenze con l'esonero».
Ma neppure Nicola ha raddrizzato la situazione.
«Rispetto a Mangia, un allenatore di idee diametralmente opposte ma non è facile raddrizzare una stagione in questo modo. Io credo che la fretta nel calcio, come nella vita, sia cattiva consigliera».
Ma la società ha grandi ambizioni.
«Certo, se sei alla guida del Bari non può essere diversamente. Ma io mi auguro che la società punti su un progetto di breve scadenza per centrare l'obiettivo».
Quanto la intriga l'idea di tornare a Bari ?
«Mi piace lavorare dove c'è condivisione di idee. Per me i campionati si vincono tutti insieme. Bari è una piazza speciale».
I suoi detrattori dicono che abbia speso troppo
«A Bari, nell'anno in cui siamo andati in A, abbiamo cominciato con i De Pascalis ed altra gente che non aveva certo un curriculum ed un ingaggio di prima fascia. Poi, al mercato di gennaio, ci siamo meritati i rinforzi per vincere il campionato».
Torniamo a questo Bari: sabato al San Nicola c'è il Crotone.
«Brutta gatta da pelare, perché nel momento cruciale della stagione la squadra di Drago ha trovato il passo giusto per salvarsi. Ma il Bari adesso non può più sbagliare. Io sono convinto che ce la possa ancora fare. La squadra deve fare di tutto per regalare ai tifosi almeno il brivido dei play off».
07 aprile 2015
la Repubblica - sez. Bari