Nessuna ossimorica due giorni di rinascita: giovedì e venerdì il Bari ha rispettato la tradizione pasquale, rinviando ogni discorso relativo a resurrezioni tecniche o sportive. Una cristianità notevole quella barese, credo rafforzato da quella, quanto meno “curiosa”, effige di San Nicola sulle maglie.
Abbandonando ogni tipo di discorso religioso, val la pena osservare quel che questa settimana ha portato in dote. Nulla? Non proprio. I 32mila del San Nicola rimangono una gran bella sorpresa nell’uovo biancorosso, così come quanto mostrato in campo dalla squadra contro il Latina. Quel meno cinque dalla zona play off ha certamente rappresentato acqua fredda sul volto sognante dei sostenitori biancorossi. Ma se il legame con la fede non si vuol spezzare, che lo sia faccia fino in fondo: sette giornate alla fine del campionato, Padova, Ternana, Carpi, Spezia fuori casa, Juve Stabia, Cittadella e Novara al San Nicola. Tutte avversarie abbordabili, tutte squadre che guardano il Bari con gli occhi all’insù. Solo la trasferta ligure, contro lo Spezia di Mangia, presenta grandi insidie per i galletti che, tuttavia vale la pena ricordarlo, quest’anno non hanno mai sfigurato (Modena a parte).
Ventuno punti da cogliere, successi che, certamente, consentirebbero al Bari di disputare gli spareggi promozione. Le compagini che attualmente occupano i primi otto posti della graduatoria non sono irreprensibili: eccezion fatta per il Palermo ormai primo e con un piede e tre quarti in Serie A e per il Latina, che vive un momento di forma straordinario, Lanciano, Spezia, Siena, Cesena, Crotone, Empoli, continuano ad avere un rendimento altalenante. Adesso tocca ai biancorossi: fallito il primo tentativo di sorpasso, dovranno ritrovare la scia delle prime, senza più guardare negli specchietti. Tornare a sognare, si può.
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